Violentata dal muratore che le ristrutturava casa davanti al figlio di 4 anni: l’aveva già molestata sui social

La donna violentata a Biella davanti al figlio di 4 anni era stata oggetto di messaggi spinti da parte del muratore che stava conducendo per lei dei lavori di ristrutturazione. La donna aveva pubblicato su Facebook un annuncio di lavoro al quale il muratore, un egiziano di 28anni, aveva risposto usando un approccio non gradito alla donna, 46enne milanese, che aveva quindi risposto con un rifiuto.
Molestie sui social prima della violenza
Prima dell'aggressione del 7 giugno scorso, avvenuta nell'appartamento da ristrutturare in via Bertodano, il 28enne incaricato dei lavori avrebbe avuto atteggiamenti molesti online attraverso l'annuncio pubblicato su Facebook dalla 46enne.
La donna già in quell'occasione avrebbe rifiutato ogni approccio e scelto invece di affidargli i lavori di ristrutturazione. Nel momento in cui però si è recata all'interno dello stabile per controllare l'avanzamento dei lavori l'uomo ne avrebbe approfittato per attuare i suoi propositi, aggredendola davanti al figlio di soli 4 anni.
L'aggressione nell'appartamento davanti al figlio di 4 anni
Secondo quanto è emerso, quando è entrata nell'appartamento l'uomo l'ha chiusa in una stanza col bambino per violentarla ripetutamente. Dopo una prima aggressione la donna è stata minacciata di morte, anche con l'uso di una fascetta da elettricista, con la quale lui le avrebbe fatto intendere si essere pronto a strangolarla qualora avesse opposto resistenza.
Solo quando l'uomo è sceso per andare a comprare da mangiare la donna è finalmente riuscita a liberarsi e a chiedere aiuto in strada a una guardia giurata. Il 28enne, resosi conto di quanto era accaduto, ha tentato la fuga, ma invano. Poco dopo è stato poi arrestato e condotto nel carcere a Biella.
A coordinare le indagini la Procura della Repubblica di Biella, col Pubblico Ministero che, insieme alla Polizia, ha ascoltato il racconto della vittima e ha prontamente richiesto al giudice la misura cautelare della custodia in carcere.