Villa Mafalda, l’accusa: “false diagnosi di tumore per ottenere rimborsi”

Villa Mafalda torna di nuovo sotto gli occhi dei riflettori. E sempre per vicende giudiziarie. Questa volta, secondo la Procura, la clinica romana avrebbe diagnosticato tumori a persone in buono stato di salute, convincendole a curarsi per intascare i rimborsi dalle assicurazioni sanitarie. Secondo i magistrati capitolini, sarebbero diversi i casi di false neoplasie o tumori benigni fatti passare per "maligni", diagnosticati a pazienti per indurli a sottoporsi alla chemio o alla radio terapia. Sonole prime ipotesi, al vaglio della Procura che ha iscritto nel registro degli indagati sette persone: 4 medici e 3 infermieri. Tutti respingono le accuse e chiedono un incidente probatorio, con consulenti esterni chiamati alle perizie sui casi. "Gonfiare le diagnosi è insensato – è la difesa – il materiale biologico su cui fondiamo le diagnosi viene inviato anche negli Stati Uniti. Le nostre verifiche sono maniacali, l'errore emergerebbe subito. L'accusa si scioglierà come neve al sole".
La Procura di Roma si avvale della consulenza del medico legale Mario Arena che dovrà confermare i risultati delle biopsie condotte a Villa Mafalda tra il 2009 e il 2013. L’indagine è nata dalla denuncia di una dipendente della casa di cura che era stata licenziata. La donna ha denunciato, appunto, la creazione di un sistema di “operazioni mascherate” come interventi necessari, quando in realtà erano semplici operazioni di routine. Come accennato, Villa Mafalda è la stessa casa di cura dove, lo scorso inverno, la famiglia di Alberto Bevilacqua, denunciò la struttura di tenere in "ostaggio" lo scrittore.