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Verona, comune intitola strada ad Almirante. Liliana Segre: “Incompatibile con la mia cittadinanza”

Liliana Segre: “Una via Almirante a Verona? Davvero? Oh, povera strada…”. Poi ha spiegato: “Un conto è intitolare strade a Moro o a Nenni, a Berlinguer o a La Malfa, un altro conto è intitolarla ad Almirante che ha una storia diversa, anzi ben diversa, visto che fu tra i sostenitori del Manifesto della Razza per il quale noi ebrei non eravamo italiani”.
A cura di Davide Falcioni
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La cittadinanza onoraria a una deportata nei campi di sterminio e contestualmente una via dedicata a un convinto sostenitore delle leggi razziali del regime fascista. Sembrano avere le idee poco chiare gli amministratori comunali di Verona che hanno deciso di dedicare una strada a Giorgio Almirante – fondatore del Movimento Sociale Italiano,  fascista mai pentito e "repubblichino" alleato di Hitler – dopo aver insignito Liliana Segre della cittadinanza onoraria.

E la reazione dell'esponente della comunità ebraica italiana, sopravvissuta alla deportazione nazista e alla Shoah, non si è fatta attendere: "Una via Almirante a Verona? Davvero? Oh, povera strada…" ha commentato Segre all'Adnkronos dopo aver appreso la notizia che il consiglio comunale di Verona ha votato di intitolare una via a Giorgio Almirante.  "Mi chiedo se sia lo stesso Comune, quello di Verona, a concedere a me la cittadinanza onoraria e poi a intitolare una via ad Almirante: si mettano d'accordo! Le due scelte sono di fatto incompatibili, per storia, per etica e per logica. La città di Verona, democraticamente, faccia una scelta e decida ciò che vuole, ma non può fare due scelte che sono antitetiche l'una all'altra. Questo no, non è possibile!", ha dichiarato Segre.

La donna ha quindi aggiunto: "Quando ero bambina, a Milano, mi ricordo di Corso del Littorio che poi dopo la Liberazione divenne Corso Matteotti: le vie sono sempre quelle, i loro nomi cambiano a seconda delle stagioni: ma non credevo proprio che questa fosse la stagione di Giorgio Almirante, pensavo o mi illudevo che fosse passata. Un conto è intitolare strade a Moro o a Nenni, a Berlinguer o a La Malfa, un altro conto è intitolarla ad Almirante che ha una storia diversa, anzi ben diversa, visto che fu tra i sostenitori del Manifesto della Razza per il quale noi ebrei non eravamo italiani. Credevo che quel tempo non ci fosse più in Italia, ora apprendo che purtroppo c'è ancora".

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