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Verona, accusato di aver ucciso la madre: era tornato da lei dopo che la moglie lo aveva denunciato

Dopo la morte di Maria Spadini, settantenne che viveva a Bovolone (Verona) trovata in casa con due coltelli ancora nella schiena, è stato fermato il figlio Paolo Bissoli per omicidio volontario aggravato. Tra lui e la mamma, secondo quanto emerso, i rapporti erano tesi e spesso le discussioni sfociavano in violenti litigi. L’uomo è stato anche rinviato a giudizio per maltrattamenti a moglie e figlie.
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A cura di Susanna Picone
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Dopo un lungo interrogatorio l’alibi non ha retto ed è scattato il fermo e il trasferimento in carcere. La possibile svolta nel caso della morte di Maria Spadini, settantenne che viveva a Bovolone (Verona), è arrivata a poche ore dal delitto. In carcere è stato portato il figlio della vittima, uccisa a coltellate in casa, l’uomo che aveva dato l’allarme. Paolo Bissoli, cinquantaduenne disoccupato, nel momento in cui si era separato dalla moglie era tornato a vivere con la madre nel Veronese. Ai carabinieri aveva raccontato di essere rientrato a casa e di aver trovato la donna uccisa in cucina. Gli investigatori intervenuti sul posto si erano trovati davanti a una scena terribile: la signora era riversa sul pavimento, tra la cucina e il salotto. A terra pozze di sangue. Sulla schiena aveva ancora piantati due coltelli da cucina. E a quanto emerso tracce di altri numerosi fendenti c'erano su altre parti del corpo della vittima.

La casa in ordine dopo il delitto

L’anziana è rimasta vittima di una aggressione feroce. Ma la casa è apparsa perfettamente in ordine dopo il delitto: nessun segno di effrazione, nessun oggetto fuori posto, nulla di rubato. I coltelli usati per uccidere erano stati prelevati dal cassetto della cucina. Segnali che avrebbero subito fatto allontanare l’ipotesi di una rapina finita male o di un'aggressione compiuta da uno sconosciuto. Il figlio poi fermato nelle prime dichiarazioni aveva detto di essere uscito preso la mattina, intorno alle 6.30, per poi tonare verso le 8 e scoprire il cadavere. Una testimonianza che confrontata con informazioni raccolte dai carabinieri coi vicini di casa avrebbe mostrato delle incongruenze. Verso mezzogiorno poi Bissoli è stato portato in caserma dove è arrivata la pm Maria Federica Ormanni che lo ha interrogato. Dopo molte ore è scattato il fermo d'iniziativa del pm, per omicidio volontario aggravato. Non è chiaro se l’uomo abbia fatto delle ammissioni.

Problemi di alcol e una denuncia per maltrattamenti per il fermato

A livello investigativo è emerso intanto che tra l’uomo e la madre i rapporti erano tesi e spesso le discussioni sfociavano in litigi violenti. Lui pare avesse anche dei problemi con l’alcol. La vittima pare non tollerasse neanche il fatto che il figlio fosse senza lavoro. “Temo per le mie figlie, soprattutto la più piccola. Non so se dirglielo oppure no, chissà come potrebbe reagire. Per lei sarebbe certamente un altro enorme trauma dopo tutto quello che come noi è già stata costretta a subire qui in casa…”, le parole raccolte dal Corriere del Veneto della moglie di Bissoli. Da un anno l’uomo, accusato di maltrattamenti, non viveva più con moglie e figlie adolescenti che lo avevano denunciato. Era stato di recente rinviato a giudizio, il processo a suo carico inizierà a ottobre. Secondo la ricostruzione del quotidiano, anche prima aveva avuto dei problemi con la legge: nel 2018 era stato arrestato per un doppio tentativo di rapina.

Autopsia sul corpo della vittima

Il pm ha conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo di Maria Spadini. L'esame autoptico verrà eseguito nel pomeriggio o al più tardi domani mattina. Nelle prossime ore è attesa anche l'udienza di convalida davanti al gip. Il figlio non ha confessato e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Nel frattempo proseguono gli accertamenti del Nucleo Investigativo di Verona nella casa e in particolare utili saranno gli esami dattiloscopici e biologici che faranno il Ris anche sugli abiti dell'uomo.

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