Vercelli: organizzavano matrimoni a pagamento per regolarizzare gli extracomunitari

Dovevano sborsare cifre variabili tra i 4 e i 10mila euro: i cittadini extracomunitari che accettavano di pagare ottenevano in cambio di sposarsi con un italiano compiacente che, in questo modo, dava loro la possibilità di ottenere facilmente un permesso di soggiorno valido per poter permanere sul territorio italiano. A smantellare quest'organizzazione, denunciando 41 persone, 20 delle quali di nazionalità straniera, sono stati i carabinieri della Stazione di Vercelli dopo un'inchiesta avviata un anno fa e coordinata dal sostituto procuratore Davide Pretti. Nei confronti degli individui posti sotto indagine le accuse sono, a vario titolo e in concorso tra loro, di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e falsità materiale commessa dal privato in atto pubblico finalizzata all’emissione di documenti validi alla permanenza sul territorio dello Stato.
Il "capo" della compagine era N.B., un cittadino marocchino residente a Vercelli, che aveva il compito di ricevere le richieste per avviare la procedura e proporre agli interessati la soluzione: sposare un cittadino italiano in cambio di un compenso che talvolta raggiungeva i 10mila euro. Nei confronti del nordafricano è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora in Vercelli con presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria. Una volta individuati i cittadini italiani disponibili, dietro compenso, a sposarsi, il magrebino si faceva carico di tutte le pratiche burocratiche finalizzate ad arrivare alla celebrazione dei matrimoni, trovando anche i testimoni prezzolati, tutto all’oscuro degli ufficiali di stato civile. Ognuno riceveva il proprio compenso, in relazione al ruolo rivestito nell’organizzazione o per la propria parte inscenata (organizzatori, mediatori, testimoni e sposi – italiani di stato libero). Le indagini, che sono iniziate nel marzo 2017, hanno consentito di evidenziare la celebrazione di 10 matrimoni fittizi, 7 dei quali a Vercelli, uno a Lamporo e due all’estero, già a partire dal luglio del 2016.