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Vent’anni fa a Civitavecchia una statua della Madonna pianse sangue

La Chiesa cattolica non ha mai preso una posizione netta in merito, ma Giovanni Paolo II credeva fermamente al miracolo. Oggi la statuetta si trova in una parrocchia della città laziale.
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La "Madonna delle lacrime" di Civitavecchia.
La "Madonna delle lacrime" di Civitavecchia.

Il 2 febbraio 1995, esattamente vent’anni fa, una piccola statua di gesso, alta 42 centimetri, raffigurante la Madonna e situata nel giardino della famiglia Gregori a Civitavecchia iniziò a piangere lacrime di sangue. Le lacrimazioni proseguirono in maniera non continuativa fino al successivo 15 marzo e la statua pianse sangue anche quando si trovò tra le mani del vescovo di Civitavecchia, monsignor Angelo Grillo. Vent’anni dopo, la Chiesa non si è mai espressa ufficialmente sulla veridicità del miracolo: semplicemente non ha mai riconosciuto né negato la sua autenticità e la soprannaturalità dell’eventi, ma il ricordo di quanto accaduto in quei giorni resta vivo in milioni di Italiani. La statua, che fu acquistata nel corso di un pellegrinaggio a Medjugorje nel 1994, oggi è conservata in una teca nella parrocchia di Sant’Agostino. La Madonna di Civitavecchia è conosciuta come la “Madonna delle Lacrime”, proprio come quella di Siracusa.

Da vent’anni si dibatte sulla veridicità del fenomeno. Oltre cinquanta persone hanno visto la statuetta lacrimare, a cominciare dai membri della famiglia Gregori: il papà Fabio, la moglie Annamaria, i figli Jessica e Davide. Con loro, anche fotografi, giornalisti, vigili urbani, agenti della Polizia, uomini di Chiesa. La statuetta fu presa in custodia dal vescovo Grillo, che la portò con sé in Curia e la tenne chiusa sotto chiave. Monsignor Grillo era scettico, finchè, un giorno, prendendola in mano, la statuetta iniziò a lacrimare sotto i suoi occhi sbalorditi. Grillo si convinse dell’autenticità della lacrimazione miracolosa, così come ne era convinto anche il pontefice di allora Giovanni Paolo II, che si fece portare la statua in Vaticano per venerarla nel 1995. Addirittura, Wojtyla un paio di volte si recò in incognito a Civitavecchia per rivedere la statua.

Quasi subito furono ordinate meticolose indagini scientifiche sia sulla statua che sul liquido fuoriuscito dai suoi occhi. Professori dell’ospedale Gemelli e dell’università La Sapienza di Roma chiarirono che, senza dubbio, quello prelevato dalla statua era sangue umano maschile e che lo stesso simulacro non conteneva alcun trucco interno: ciò in risposta all’accusa di alcune associazioni dei consumatori che sostenevano che nella statua ci fosse una pompetta che faceva partire la lacrimazione e che veniva attivata da un telecomando. Monsignor Grillo nominò anche una commissione teologica composta da undici esperti, tra cui medici, psicologi, tecnici per escludere le ipotesi di una frode da parte della famiglia Gregori, ma anche che si fosse trattato di allucinazioni di massa. La commissione si espresse a maggioranza: il fenomeno della lacrimazione era da considerarsi del tutto vero. Votarono a favore di questa tesi in sette, tre espressero un parere sospensivo o dubitativo, uno votò contro la soprannaturalità dell’accaduto.

Intervenne anche la Procura della Repubblica di Roma, che aprì un fascicolo inviando un avviso di garanzia a Fabio Gregori, mettendo in campo un ampio sistema di perquisizioni e intercettazioni telefoniche. Le accuse: frode, abuso della credulità popolare, associazione a delinquere. Non avendo la magistratura trovato nulla, il caso venne archiviato dopo pochi mesi. Miracolo o suggestione, dunque? Difficile dirlo. Quello che è certo è che il professore Giancarlo Umani Ronchi, ordinario di Medicina legale all’università La Sapienza, scrisse in una sua relazione del 1996 che non poteva spiegare scientificamente quanto era accaduto. La Madonna di Civitavecchia rappresenta, dunque, anche vent’anni dopo, un mistero per gli uomini di scienza, un segno per gli uomini di fede.

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