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Covid 19

“Venite in Sicilia, la Regione vi regala le vacanze”. Ma la crisi del settore è nerissima

La Regione Siciliana ha messo sul piatto 50 milioni di euro per acquistare pacchetti vacanze nell’Isola. Li metteranno in vendita agenzie di viaggi e guide turistiche e funzioneranno così: per chi pernotterà per almeno tre notti, la quarta è in omaggio. In più arriveranno anche tour, visite ai musei e spettacoli teatrali gratuiti. Basterà per fare fronte alla crisi del settore? Fanpage.it lo ha chiesto a chi lavora con l’ospitalità.
A cura di Luisa Santangelo
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Manlio Messina, assessore al Turismo Regione Siciliana
Manlio Messina, assessore al Turismo Regione Siciliana
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Una fila lunghissima di caselle rosse, che si alternano a caselle bianche. Entrambi i colori, però, indicano la stessa cosa: che le stanze sono libere. Delle 170 camere dell'hotel quattro stelle di Ornella Laneri, sul lungomare di Catania, oggi ce ne sono occupate solo 12. "E ci sembra di essere pieni", dice l'imprenditrice a Fanpage.it. Non va meglio a Lorenza Mirone, che invece ha un piccolo bed and breakfast di due camere solamente, nella stesso grande appartamento di un palazzo nobiliare del centro storico etneo in cui vive anche lei. "Di solito riesco a coprire almeno venti giorni al mese, anche in inverno – spiega Mirone – Adesso non c'è proprio nessuno". Le strade della città cominciano a farsi più vivaci, ma per le strutture ricettive si annuncia una crisi nerissima. Alla quale la Regione Siciliana proverà a fare fronte con 400mila voucher.

Rispetto allo stesso periodo del 2019, la flessione verso il basso è stata del 98 per cento. Chi ancora si ferma in albergo lo fa perché il suo lavoro gli impedisce di stare a casa: trasportatori di reagenti e tamponi, rappresentanti di case farmaceutiche, fornitori di prodotti biomedicali. "Questi sono i nostri ospiti, al momento – dice Laneri – Non ci siamo fermati neanche quando ce n'era uno soltanto. Possiamo perché siamo una grande struttura, sì, ma a gestione familiare". Il 2020 si preannunciava con un anno di belle notizie: per marzo il suo hotel aveva prenotazioni per il 70 per cento delle camere, il 20 per cento in più del normale. Poi sono arrivati il coronavirus e il lockdown e tutto si è fermato.

La ripartenza, graduale, dovrà passare anche dall'aiuto delle istituzioni. "La Regione Siciliana ha messo in campo 50 milioni di euro – interviene Manlio Messina, assessore al Turismo della giunta del governatore Nello Musumeci – Serviranno per comprare circa 400mila voucher che speriamo di riuscire a piazzare sul mercato". Dovrebbe funzionare più o meno così: la Regione acquista posti letto negli alberghi, tour guidati in giro per la Sicilia, biglietti per i teatri e gli spettacoli: li paga in anticipo, per poi regalarli ai turisti che trascorreranno sull'Isola almeno tre notti. La quarta sarà gratis. E così l'eventuale settima. "Vuoto per pieno", prosegue l'assessore.

A gestire i voucher saranno agenzie di viaggi e tour operator, e varranno anche per i turisti interni. Cioè per i siciliani che, volenti o nolenti, non si sposteranno dall'Isola. Per chi verrà da oltre lo Stretto, quando ce ne sarà la possibilità, la Regione pensa a stringenti controlli d'ingresso: test rapidi per verificare la presenza degli anticorpi al Covid-19, misurazione della temperatura, dispositivi di protezione individuale obbligatori. Tutto per evitare che la vacanza si trasformi in occasione di contagio. "Bisogna intanto vedere se ci saranno italiani che avranno le disponibilità economiche per partire – commenta Laneri – Tutto quello che si fa per il turismo va bene, ma bisogna pensare al sistema integrato: apriranno anche ristoranti e musei? E i trasporti interni? Dobbiamo ricordare che da anni l'autostrada Palermo-Catania è interrotta per il crollo di un pilone?". Insomma, ripartire sì, ma finanziamenti da restituire e voucher potrebbero non bastare.

"Restare fermi ancora potrebbe diventare insostenibile – aggiunge Mirone – Anche strutture piccole come la mia devono essere messe nelle condizioni di ricominciare. Bisognerà ragionare anche sulle sanificazioni delle camere: io ho acquistato uno strumento a vapore fino a 130 gradi per sanificare tessuti, mobili e materassi. Ma è un investimento che mi sono potuta permettere perché la mia struttura esiste da parecchi anni. Chi non ha disponibilità da parte e viene da mesi di chiusura, come potrà organizzarsi? Anche a questo bisogna che le istituzioni ci pensino".

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