Vaticano sostituisce badessa 41enne con una 81enne, altre suore di clausura in fuga: “Trattamento da Medioevo”

Sono salite a 11 le suore di clausura in fuga dal convento di San Giacomo di Veglia, di Vittorio Veneto. Dopo il primo gruppo di cinque sorelle, infatti, altre sei hanno preso la stessa decisione denunciando comportamenti e trattamenti “da Medioevo”. Alla base di tutto una decisione drastica del Vaticano che ha allontanato la precedente badessa, la 41enne brasiliana Aline Pereira Ghammachi, sostituendola con la badessa Martha Driscoll, 81 anni, mandata direttamente da Roma dove finora era superiora del Monastero alle Acque Salvie.
Secondo le suore ribelli, che si sono rifugiate in un luogo segreto dopo aver avvertito i carabinieri, la situazione nel monastero è diventata insostenibile a causa delle “gravi vicissitudini” culminate col commissariato e la destituzione dell’ex badessa. Le religiose non contestano tanto la nomina di madre Driscoll, che è semplice conseguenza, ma il motivo per cui il Dicastero ha disposto l’allontanamento di suor Aline.
“Con il commissariamento è stato inaugurato un trattamento da Medioevo, clima di calunnie e accuse infondate a suor Aline che invece è persona serissima e scrupolosa e negli ultimi anni era diventata il punto di riferimento per la comunità” ha racconta al Gazzettino una delle suore che ha lasciato il monastero cistercense.
Tutto sarebbe nato da una lettera inviata in Vaticano che denunciava presunti comportamenti non appropriati della suora e delle sue consorelle. "Quattro suore inviarono una lettera a Papa Francesco accusandomi di maltrattamenti e altri comportamenti infondati. Il documento fu poi trasmesso al Dicastero, che decise il commissariamento del convento. Ma tengo a precisare che le accuse sono state smentite dalle altre suore presenti" aveva spiegato suor Aline.
Nel mirino sarebbe finita anche la vita troppo sociale che aveva introdotto suor Aline Pereira che aveva aperto il monastero a diverse attività di lavoro. La giovane religiosa infatti aveva cominciato a produrre in convento profumi, vasetti di miele, creme lenitive e persino del vino. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso un evento pubblico in cui ha prestato il suo volto per pubblicizzare i prodotti alla presenza anche del governatore Zaia nel dicembre del 2022. Già il mese dopo infatti era arrivato il commissariamento pontificio del monastero, poi sospeso per il ricorso dell'abadessa.
Una nuova ispezione poi ha confermato i problemi già riscontrati e il monastero è stato definitivamente commissariato quest'anno con la cacciata della badessa a Pasqua. Accuse che hanno fatto scattare la solidarietà delle altre suore che hanno lasciato il Convento. Madre Aline però ora è pronta a difendersi anche tramite vie legali anche se non è chiaro contro chi e per quali motivi precisi.