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Covid 19

Vaccino, Pregliasco: “Saremo più liberi ma avanti con le precauzioni anti Covid per tutto il 2021”

Il virologo Fabrizio Pregliasco dell’Università di Milano sul vaccino anti Covid: “Per la cosiddetta immunità di gregge occorrerà che si vaccini il 60-70% della popolazione. E la velocità con cui riusciremo ad arrivarci ci renderà più liberi, ma non liberissimi, non si può sperare che il vaccino azzeri la diffusione. Terza ondata? Ormai è un fatto quasi certo”.
A cura di Ida Artiaco
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Il vaccino ci renderà più liberi, ma non azzererà il virus, per cui dovremo continuare ad osservare tutte le precauzioni anti-contagio che conosciamo, dalle mascherine al distanziamento all'igiene personale, per tutto il 2021. È quanto ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, virologo dell'Università di Milano, intervenendo questa mattina in diretta alla trasmissione Agorà su Rai 3. Pregliasco ha commentato l'avvio delle vaccinazioni nel Regno Unito, primo passo per la lotta al Covid-19 in tutto il mondo. "Per la cosiddetta immunità di gregge occorrerà che si vaccini il 60-70% della popolazione. E la velocità con cui riusciremo ad arrivarci ci renderà più liberi, ma non liberissimi, non si può sperare che il vaccino azzeri la diffusione".

Ecco perché "bisognerà per tutto il 2021 andare avanti con queste precauzioni". D'altronde, anche Emer Cooke capo dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco, che ha annunciato che l'ok al vaccino Pfizer per l'Ue potrebbe arrivare il 29 dicembre, ha affermato che il vaccino stesso  non è una bacchetta magica, la popolazione dovrà continuare a seguire tutte le restrizioni come mascherina, igiene e distanziamento perché all'inizio non ci saranno dosi per tutti e anche dopo, ancora per un certo periodo, fino a quando l'impatto del vaccino non sarà del tutto chiaro".

Pregliasco ha anche messo in guardia, così come altri suoi colleghi, da Ilaria Capua ad Andrea Crisanti, passando per Pierluigi Lopalco, sulla terza ondata della pandemia di Coronavirus, che ormai appare una certezza. "È un fatto quasi certo, ma dipenderà da noi – ha concluso l'esperto -. Il virus continua la sua azione e continua a cercare soggetti suscettibili. Noi, invece, dobbiamo continuare nell'opera di contenimento. È una maratona, non uno sprint. Intanto sarebbe importante tornare sotto i 10mila casi quotidiani, meglio intorno a 5mila, per riprendere l'opera di tracciamento dei contatti. Poi dobbiamo vedere il numero dei morti in relazione alla riduzione dei casi: andranno a diminuire, ma il rischio è che la curva torni ad impennarsi", come già successo dopo l'estate.

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