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Vaccino AstraZeneca, Remuzzi: “È più sicuro dell’aspirina e di qualunque antibiotico”

Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs: “Il vaccino è più sicuro dell’aspirina, di qualunque antibiotico, di antiaritmici, antipertensivi. Per i farmaci di tutte queste categorie c’è un rischio di morte più alto di quanto non ci sia con il vaccino AstraZeneca”.
A cura di Davide Falcioni
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"Il vaccino è più sicuro dell'aspirina, di qualunque antibiotico, di antiaritmici, antipertensivi. Per i farmaci di tutte queste categorie c'è un rischio di morte più alto di quanto non ci sia con il vaccino AstraZeneca". A dirlo, intervistato dall'Adnkronos, Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Irccs, che ha tentato di rassicurare la popolazione sugli effetti collaterali più gravi riscontrati nel farmaco sviluppato dalla casa farmaceutica anglo-svedese. Remuzzi ha criticato "la tendenza ad associare al vaccino ogni decesso avvenuto nei giorni seguenti la vaccinazione". "Pensiamo sempre ai dati: in Italia ogni giorno muoiono all'incirca 1.800 persone. Se anche vaccinassimo di colpo tutti gli italiani morirebbero 1.800 persone, i cui decessi non sono attribuibili al vaccino. In questo momento non c'è nessuna evidenza che i vaccini causino più morti di quelle aspettate per qualunque causa, incluse le trombosi".

Il direttore dell'Istituto Mario Negri invita a "guardare ai dati: in Gran Bretagna l'8 gennaio viaggiavano al ritmo di 59mila contagi da coronavirus Sars-CoV-2 e 1.241 decessi, il 7 aprile sono a una media settimanale di 3.072 contagi e 31 decessi. In Italia l'8 gennaio eravamo a 16.666 contagi con 760 decessi e al 7 aprile siamo a 16.499 contagi e 433 decessi. Questo dà l'idea di quanto è importante aver avuto i vaccini, di quanto salvano migliaia di vite. E poi ci sono gli effetti collaterali dei vaccini: in generale non c'è un aumento né di morti né di trombosi, né di altro legato alla vaccinazione. Le morti sospette legate al vaccino AstraZeneca in Italia sono 10 su 2 milioni, è questo il valore medio. Sono dunque lo 0,0005% del totale".

Remuzzi invita dunque a non cedere alla paura, ma anzi di guardare ai vaccini come a una grande opportunità, la più importante per poter tornare a condurre una vita normale: "In pochissimo tempo abbiamo 4 vaccini già pronti per essere somministrati e poi che la campagna vaccinale è già cominciata in tutto il mondo. Sono vaccini che proteggono al 100% dalla malattia grave e la Gran Bretagna ha mostrato che con una sola dose si riesce a immunizzare rapidamente una parte sostanziale della popolazione e questo porta a una riduzione drammatica della necessità di occupare posti in ospedale e riduce il numero dei morti a poche decine, anche a zero in alcuni giorni". "In Italia, dove siamo riusciti a immunizzare solo una piccola parte della popolazione, siamo ancora al numero di morti che avevamo prima. Quindi dobbiamo usarli i vaccini e nella vita reale sono estremamente efficaci nel combattere la malattia. Non dimentichiamoci che ancora oggi il migliore vaccino è quello che riesci ad avere, perché i vantaggi sono così grandi e gli eventi avversi così rari che il beneficio supera i rischi".

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