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Usano internet per qualche minuto in Giappone. Azienda padovana riceve bolletta da 67mila euro

I titolari di una ditta padovana tra fine ottobre e novembre si sono recati in Giappone per un viaggio d’affari e si sono collegati per una manciata di minuti su internet dallo smartphone, attivando il roaming dati: da Tim è arrivata una bolletta da incubo da oltre 67mila euro.
A cura di Davide Falcioni
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Sessantasette mila euro di bolletta telefonica per un roaming dati attivato in Giappone: è quella che si sono visti recapitare i titolari di una ditta di Arre, in provincia di Padova, da parte della Tim dopo essersi recati per lavoro in Asia e aver effettuato qualche accesso a internet di brevissima durata, ma sufficiente a far scattare il vero e proprio salasso.

Come racconta Il Gazzettino i titolari dell'azienda, che si occupa della produzione di lamiere, lo scorso autunno si sono recati in un paese asiatico per lavoro; stando all'estratto conto della Tim, tra il 27 ottobre e il 5 novembre si sono collegati al web in alcune occasioni, sempre con connessioni sotto il minuto. Alla fine, tuttavia, sommando i costi di tutti gli accessi, il conto è arrivato a circa 55 mila euro, a cui sono stati aggiunti altri 12 mila euro fra imposte, iva e altre spese facendo arrivare la bolletta a 67.614.87 euro. "Avevamo affrontato nelle scorse settimane una vicenda simile riguardante una agenzia immobiliare veneziana – spiegano i legali dell'Adico, associazione a cui si è rivolta l'azienda veneta -. In quel caso la fattura era di 16 mila euro per quattro ore di internet in Sud America. Onestamente ci pareva già un record prima di affrontare quest'altra situazione. Per quanto riguarda l'agenzia veneziana, il nostro ufficio legale ha prima contestato a Tim tutta la fattura poi, quando la compagnia ha fornito gli elementi per giustificare quella cifra, abbiamo chiesto un sostanzioso sconto e la rateizzazione. Tim ha ridotto la bolletta del 75% e ha concesso una dilazione. Ora ci muoveremo allo stesso modo anche per la ditta padovana, evidenziando che, al di là degli incredibili costi legati al roaming extra Ue, l'operatore dovrebbe avvertire il cliente quando individua spese anomale".

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