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Usa, è morto il “re del porno” Larry Flynt che aveva messo una taglia su Trump

Larry Flynt è morto all’età di 78 anni, ricoverato all’ospedale di Los Angeles. L’imprenditore del porno era noto in America per aver partecipato più volte, anche in modo controverso, alla vita politica americana: su Trump aveva messo una “taglia” da 10 milioni di dollari per trovare informazioni che potessero portare all’impeachment e alla rimozione d’ufficio.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Larry Flynt è morto a 78 anni all'ospedale Cedars-Sinai a Los Angeles. La causa del decesso non è del tutto chiara: i medici hanno parlato dell'insorgere di "un'improvvisa malattia". La moglie Liz e la figlia Theresa sono rimaste accanto al letto del "re del porno" americano, reso paraplegico fin dal 1978 a causa del tentativo di ucciderlo di un suprematista bianco. Il personaggio è sempre stato controverso per le posizioni prese in alcuni frangenti della vita pubblica americana.

Flynt era il noto editore per la rivista pornografica Hustler e aveva speso buona parte della sua vita in battaglie in difesa della pornografia come "libertà di espressione". Impegnato anche in attività imprenditoriali quali canali televisivi per adulti, la distribuzione di film e merchandise oltre che la gestione di un Casino, più volte è entrato a gamba tesa nella discussione politica americana, sempre a modo suo.

Da democratico, nel 1998 offrì un milione di dollari a chiunque gli avesse offerto informazioni su alti esponenti del governo Clinton coinvolti in scandali sessuali proprio mentre il presidente era nella bufera per il caso Lewinsky. Da sempre finanziava le campagne elettorali del Partito Democratico e nel 2011 aveva preso le parti di Anthony Weiner, marito dell'assistente personale di Hillary Clinton che si era dimesso dal Congresso dopo lo scandalo delle foto hard inviate a minorenni. Flynt gli aveva offerto in quell'occasione un posto di lavoro nel suo impero a luci rosse, promettendogli un salario più alto di quello parlamentare.

Nel 2017 invece aveva comprato una pagina sul Washington Post dove offriva una ricompensa di 10 milioni di dollari per informazioni che potessero portare all'impeachment e alla rimozione dall'ufficio di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti d'America.

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