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Un liceo di Mestre ha deciso di eliminare i voti per salvaguardare la salute mentale degli studenti

Niente più voti ma giudizi di merito che incoraggino gli studenti a fare meglio, così un liceo di Mestre per rispondere al disagio mostrato dagli studenti alle prese con crisi d’ansia e stress a causa di compiti in classe e interrogazioni ha deciso di eliminare i voti.
A cura di Chiara Ammendola
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Immagine di repertorio
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Stress, crisi d'ansia e di pianto sempre più frequenti tra gli studenti vittime della pressione scolastica e delle aspettative. E allora se anche la scuola diventa un terreno fertile per mettere in crisi la salute mentale, bisogna intervenire: ne è fermamente convinta Michela Michieletto, dirigente scolastica del liceo classico-scientifico "Giordano Bruno" di Mestre (Venezia) che ha così deciso di eliminare i voti a scuola.

In questi mesi i professori dell'istituto scolastico hanno notato come i compiti e le interrogazioni abbiano suscitato negli studenti una sempre più frequente sensazione di ansia spesso degenerata in attacchi di panico o malessere psicofisico; da qui la decisione, dopo un'attenta valutazione fatta dalla dirigente scolastica, insieme con gli insegnanti e il consiglio d'istituto, di sperimentare un quadrimestre di lezioni senza voti.

I voti non saranno eliminati in maniera assoluta ma saranno sostituiti con giudizi meno severi e categorici. I ragazzi dunque continueranno a fare le verifiche stabilite dagli insegnanti ma, al termine di interrogazioni e chiamate alla lavagna, non verrà assegnato più il classico voto da 1 a 10, piuttosto gli studenti leggeranno in verde di "risultati raggiunti" o di "preparazione da migliorare", scritto magari in rosso. Non mancheranno specifiche annotazioni che passano da "non funziona la sintassi" a "la riflessione va approfondita".

Il voto ritornerà, ma solo a fine quadrimestre e sarà scritto direttamente in pagella. Tutto questo, nelle intenzioni della dirigente scolastica, Michela Michieletto, dovrebbe aiutare a gestire lo stress e insegnare agli alunni a non vivere un cattivo giudizio in aula come un incidente demotivante nel cammino che porta alla maturità. A sottolineare il problema sono stati soprattutto i professori delle classi prime del liceo, che hanno allargato la discussione ai genitori prima e ai consigli di classe poi.

“Ci pensavo da un po' ad attivare una sperimentazione di questo tipo – il commento della preside – ora abbiamo trovato l'occasione. Abbiamo scelto alcuni contesti particolari, alcune classi specifiche: una al Bruno, allo scientifico, è già partita, un'altra partirà sempre allo scientifico e forse ne inizierà una terza al classico”. Tutto questo con l'intenzione di risolvere un problema che gli insegnanti si trovano a fronteggiare sempre più frequentemente, insieme al calo delle iscrizioni al liceo che sta diventando preoccupante: “Stiamo cercando di trovare soluzioni – conclude Michieletto – non possiamo rimanere sordi al disagio dei ragazzi”.

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