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Uccise la fidanzata Stefania Noce e suo nonno: ergastolo per Loris Gagliano

È stato condannato al carcere a vita l’uomo che uccise a coltellate la fidanzata 26enne e il nonno di 71 anni. Il drammatico omicidio il 27 dicembre 2011 a Licodia Eubea (Catania).
A cura di Susanna Picone
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È stato condannato al carcere a vita l’uomo che, in preda a un raptus di gelosia, uccise a coltellate la fidanzata 26enne e il nonno di 71 anni. Il drammatico omicidio il 27 dicembre 2011 a Licodia Eubea (Catania).

Loris Gagliano, il 26enne che nel dicembre del 2011 spezzò due vite, quella della fidanzata Stefania Noce e del nonno di lei di 71 anni Paolo Miano, è stato condannato all’ergastolo. La sentenza nei suoi confronti è stata emessa questa mattina dal Gip del tribunale di Caltagirone Marcello Gennaro che ha giudicato l’assassino col rito abbreviato e ha accolto la richiesta del procuratore della Repubblica Francesco Paolo Giordano. Loris Gagliano uccise la giovane Stefania Noce e suo nonno nella loro casa di Licodia Eubea, in provincia di Catania. Li uccise a coltellate e anche la nonna della ragazza, Gaetana Ballirò, fu colpita nel tentativo di proteggere la sua famiglia. Fu un omicidio drammatico e quella di Stefania è una morte che nel suo paese viene ricordata con una targa in una piazza che riporta il suo nome accostato alla parola “femminicidio”.

Tentò il suicidio prima dell’arresto – Loris Gagliano, in seguito al duplice omicidio, fu interrogato dai militari e dopo due giorni in carcere confessò di aver deciso di ammazzare Stefania e sua madre perché accecato dalla rabbia scaturita dalle minacce di denunciarlo per il sabotaggio dell’automobile. La mamma di Stefania Noce si salvò dalla sua follia proprio perché, al momento dell’aggressione, si trovava nella caserma dei carabinieri per denunciare la manomissione dei freni alla sua auto. A quanto pare dopo l’omicidio Gagliano avrebbe anche provato a togliersi la vita: ai carabinieri confessò di aver tentato il suicidio con il gas di scarico della sua vettura poco prima di essere catturato ad Acate (Ragusa). Ma non vi riuscì.

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