Uccise a coltellate la figlia 13enne e tentò il suicidio, a febbraio inizierà il processo per Monica Vinci

Inizierà il 4 febbraio 2026 il processo davanti alla Corte d'assise di Cagliari per Monica Vinci, la donna di 54 anni accusata dell'omicidio di Chiara, la figlia 13enne, avvenuto a Silì nel 2023.
La giudice Cristiana Argiolas ha disposto il rinvio a giudizio accogliendo la richiesta della Procura e ha fissato la data dell'apertura del dibattimento.
A quanto si apprende, determinante nella decisione sarebbe stata la più recente relazione della Rems di Capoterra, dove l'imputata era stata ricoverata. La struttura non avrebbe ravvisato elementi per modificare la misura di sicurezza, indicando una persistente pericolosità sociale.
Il processo si concentrerà sulle diverse valutazioni psichiatriche depositate in questi due anni. Due periti, nominati rispettivamente dal tribunale e dalla difesa, concordano sulla totale infermità della donna al momento dei fatti, sottolineando il grave quadro clinico già presente in passato.
Il consulente della Procura, invece, propende per una seminfermità.
Secondo le ricostruzioni investigative, il 18 febbraio 2023 la 54enne, da tempo in una condizione di forte disagio psichico, aveva colpito la figlia con numerose coltellate nella loro abitazione e tentato di togliersi la vita gettandosi dalla finestra.
Stando a quanto era emerso dall’autopsia sul corpo della 13enne, la ragazzina era morta per emorragia a causa delle ferite e delle lesioni importanti riportate agli organi vitali. La vittima era stata colpita con una trentina di fendenti, una decina delle ferite erano da difesa.
A scoprire il corpo era stato Piero, il padre dell'adolescente, accorso dopo essere stato avvertito da alcune persone e dopo aver suonato invano il campanello.
L’ex moglie, dalla quale l'uomo si era separato da tempo, aveva colpito all’addome la figlia con un coltellino svizzero, bloccandole anche le mani con il filo di un caricabatterie per evitare che reagisse. Poi aveva tentato il suicidio.