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Uccide moglie e figlia di lei in casa, il killer: “Ero vessato e mio figlio le ha fatto da scudo”

Salvatore Montefusco ha confermato i difficili rapporti coniugali ma dandone una versione completamente diversa rispetto alle denunce per violenze presentate a più riprese da Gabriela Trandafir.
A cura di Antonio Palma
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Ha ammesso tutto e ribadito la propria responsabilità anche davanti al Gip, l'imprenditore edile Salvatore Montefusco, accusato di aver ucciso a fucilate la moglie Gabriela Trandafir, 47 anni, e la figlia di lei, la 22enne Renata Alexandra, nella loro abitazione di Cavazzona di Castelfranco Emilia in provincia di Modena.

L’uomo ha confermato anche i difficili rapporti coniugali ma dandone una versione completamente diversa rispetto alle denunce per violenze presentate a più riprese dalle due donne contro di lui e che raccontavano di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori.

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L’uomo infatti ha parlato di presunte vessazioni che avrebbe subito dalle due vittime nel corso dell’ultimo anno, giustificando così il suo duplice efferato omicidio, senza menzionare le ripetute denunce contro di lui che avevano portato infine la moglie a chiedere la separazione.

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"Oggi ha raccontato come lunedì, quando si è svegliato alle quattro del mattino, abbia fatto le stesse cose che fa da quando ha finito la quinta elementare, ovvero andare a lavorare. Dalle sue affermazioni sta emergendo un'ira funesta incontrollabile" ha dichiarato il legale del 69enne, l'avvocato Marco Rossi che lo ha difeso nell'udienza di convalida davanti al giudice per le indagini preliminari.

“Renata quella mattina mi ha detto ‘finalmente te ne andrai da casa davvero” ha raccontato l’uomo che avrebbe risposto “vediamo chi se ne va prima da questa casa” prima di imbracciare il fucile e uccidere madre e figlia.

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L’uomo, che resta rinchiuso nel carcere di Sant'Anna di Modena in attesa della convalida dell’arresto che il Gip modenese Eleonora Pirillo si è riservata di decidere, ha dato una sua ricostruzione dei fatti ripercorrendo quella drammatica mattinata in casa in cui nell’abitazione vi era anche il figlio 17enne della coppia che ha cercato di fare scudo alla madre.

La prima ad essere uccisa è stata la 22enne Renata Alexandra, inseguita e colpita a sangue freddo con un fucile a canne mozze mentre cercava disperatamente di fuggire scavalcando il muretto dell’abitazione.

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Salvatore Montefusco poi ha inseguito anche la moglie che era corsa al piano di sopra e qui avrebbe avuto un faccia a faccia drammatico anche col figlio minore 17enne che ha tentato di frapporsi tra il padre e la madre. L’uomo avrebbe sparato in aria minacciando di morte anche il figlio che infine è scappato.

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Poi gli spari contro Gabriela Trandafir, uccisa con decine di colpi con quel fucile detenuto illegalmente. “Ha detto di aver rinvenuto il fucile circa un anno fa all’interno di scatoloni che non aveva messo lui. Non ha dato responsabilità su chi ha messo gli scatoloni e ha dichiarato che anche sua moglie era a conoscenza dell’esistenza” ha rivelato il suo legale.

"Quello del mio assistito credo sia stato un attacco di ira funesta. Secondo me non era premeditato" ha aggiunto l’avvocato chiedendo al gip i domiciliari a casa di una delle tre figlie che il 69enne ha avuto in un precedente matrimonio.

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