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Turni da 19 ore e stipendi da fame: il caporalato sbarca nei centri commerciali, 9 a processo

Nove persone sono state rinviate a giudizio a Torino con le accuse di “intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro”: i dipendenti di alcune cooperative del settore della logistica impegnate per lo più in centri commerciali e ipermarket sarebbero stati costretti a lavorare fino a 19 ore al giorno in cambio di salari da fame.
A cura di Davide Falcioni
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Non solo in agricoltura ed edilizia, il caporalato ha preso piede in Piemonte anche nel settore della grande distribuzione e della logistica ad essa collegata: con l'accusa di "intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro" sono stati infatti rinviati a giudizio i titolari della Elpe, colosso che vanta migliaia di dipendenti. Oltre a loro finiranno a processo i responsabili di altre cooperative a lei connesse, che avevano in subappalto il reclutamento di lavoratori da destinare a mansioni di logistica (magazzinieri, scaffalisti) nei grandi supermercati, ipermercati e centri commerciali. Sono in tutto nove le persone che la Procura di Torino accusa di caporalato:  tra loro figurano il presidente della Elpe, Giuseppe Gibin e la moglie, assistiti dall'avvocato Luigi Giuliano, che avrebbe avuto un ruolo per lo più amministrativo. Oltre a loro due collaboratori della Elpe e i presidenti di altre cooperative tra cui Log12 e Milog, alcune delle quali non più operative.

Secondo quanto ricostruito dal procuratore aggiunto Vincenzo Pacileo avrebbero versato stipendi difformi da quelli previsti dai contratti di lavoro nazionale per 36 scaffalisti. Non sarebbero inoltre stati pagati gli straordinari né riconosciute le ferie. Dalle indagini sarebbero anche emerse alcune carenze nelle misure di sicurezza, in particolare sui corsi di formazione per l'utilizzo dei carrelli elevatori.

L'inchiesta si è concentrata in particolare sul periodo compreso fra il 2016 e il giugno del 2018: oggi le aziende coinvolte dalle indagini risultano essersi messe in regola. Sei lavoratori si sono costituiti parte civile, altri quattro hanno annunciato la loro intenzione di farlo; tre, invece, sono stati estromessi. Tra gli imputati non figurano responsabili di ipermercati o centri commerciali nei confronti dei quali l'Inps aveva comunque avviato verifiche dal punto di vista contributivo. L'indagine aveva preso il là dopo un incidente automobilistico avvenuto nel giugno 2015 in provincia di Asti in cui era morta una donna. Il caso era stato trattato dalla procura di Asti come un infortunio sul lavoro. Al volante c'era infatti un lavoratore, collega della vittima, che aveva spiegato ai carabinieri di essersi messo alla guida dopo un turno di lavoro massacrante, durato 19 ore. Gli accertamenti condotti dall'ispettorato del lavoro erano partiti da questo dato: gli inquirenti avevano ascoltato una serie di lavoratori raccogliendo le prove dello sfruttamento contestate ora dal pubblico ministero Pacileo. Il processo per i nove imputati comincerà il 12 maggio 2022.

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