Trovato teschio in mare a Chiavari, allarme dai bagnanti: l’ipotesi del 19enne decapitato dai datori di lavoro

Un teschio umano è riaffiorato dal mare a Chiavari. L'allarme è stato lanciato ieri da alcuni bagnanti che hanno notato la presenza di resti umani sul litorale. Nello specifico, sono stati rinvenuti una parte di cranio e di mandibola che ora saranno analizzati per poter risalire all'identità. Gli inquirenti non escludono possano appartenere a Mahmoud Abdalla, il barbiere egiziano di 19 anni ucciso, mutilato e decapitato e poi gettato in mare a Santa Margherita Ligure nel luglio di due anni fa.
Il cadavere del giovane fu trovato in mare, nel golfo del Tigullio. Per l'omicidio sono stati condannati all'ergastolo in primo grado Abdelwahab Kamel detto Tito, cittadino egiziano di 27 anni, e Abdelghani Alì detto Bob, suo connazionale di 26 anni. Entrambi erano i datori di lavoro di Mahmoud nel Barber Shop Ali, nel quartiere genovese di Sestri Ponente.
Stando a quanto ricostruito, il 19enne è stato ucciso in un appartamento di via Vado, usato come dormitorio per i dipendenti del negozio, con diverse coltellate al cuore, al fegato e allo stomaco. Poi sarebbe stato chiuso in una valigia e trasferito nei pressi della foce dell'Entella, dove sarebbe anche stato mutilato della testa e delle mani per impedirne il riconoscimento. Il movente sarebbe stato di tipo economico: i due avrebbero voluto "impedire alla vittima di esercitare un suo giusto diritto" in quanto sembra che il ragazzo volesse affrancarsi "dalla situazione di sfruttamento in cui aveva vissuto esercitando il proprio diritto di denunciare le ingiustizie subite".
Le difese dei due condannati hanno presentato appello chiedendo l'esclusione delle aggravanti e l'udienza davanti alla corte d'Assise è stata fissata per il prossimo 15 ottobre. Intanto, si attendono i risultati delle analisi del Dna per avere conferma che i resti trovati ieri appartengano proprio al 19enne.