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Tredicenne caduta dal balcone, per 15enne aggravante stalking. Le aveva scritto: “Mia vendetta inizia ora”

Il 15enne accusato di aver ucciso la ragazza di 13 anni facendola precipitare dal balcone di un palazzo di Piacenza dovrà difendersi anche dall’accusa di stalking. I giorni prima la tragedia le aveva scritto: “Il mio piano di vendetta inizia da ora, mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50”.
A cura di Giorgia Venturini
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Il 15enne, accusato di aver ucciso la ragazza di 13 anni facendola precipitare dal balcone di una casa di Piacenza, dovrà difendersi anche dall'aggravante di atti persecutori, aggravati dalla minore età della vittima e dal fatto di essere legato a essa da una relazione affettiva.

Secondo l'accusa, il giovane avrebbe spinto la vittima dal balcone del settimo piano del palazzo. Lei provò ad aggrapparsi alla ringhiera tentando in tutti i modi di non precipitare, ma il 15enne l'avrebbe colpita alle mani per farla cadere. La minorenne così precipitò e morì.

Nell'udienza di oggi 19 giugno il pubblico ministero del Tribunale dei minori di Bologna, Simone Purgato, ha chiesto e ottenuto dal giudice Chiara Alberti di contestare all'imputato anche l'aggravante degli atti persecutori aggravati dalla minore età della vittima e dal fatto di essere legato ad essa da una relazione affettiva. Il 15enne infatti riempiva di messaggi inquietanti la ragazza. Le scriveva: "Il mio piano di vendetta inizia da ora, mercoledì 9 ottobre alle ore 2.50". La tragedia poi è avvenuta il 25 ottobre. Ma i messaggi sarebbero molti.

Il 15enne era presente oggi in Tribunale: per l'accusa il giovane avrebbe iniziato a minacciare e molestare la 13enne dopo che lei aveva deciso di chiudere la loro relazione. Oltre ai messaggi, l'avrebbe presa anche a schiaffi e strattoni. Poco prima della tragedia lui avrebbe continuato a mandarle messaggi al fine di umiliarla e di denigrarla, ma anche spaventandola al fine di convincerla a continuare la relazione con lui. Da ulteriori accertamenti era emerso che la ragazza aveva chiesto a ChatGpt consigli sulla relazione e se doveva lasciare il 13enne: "Secondo te dovrei lasciarlo?"; "Come faccio a distinguere se è un amore vero o un amore tossico?", chiedeva Aurora tra l'estate del 2024 e i primi giorni di ottobre.

Lo spiega meglio l'avvocata Anna Ferraris, che assieme al collega Mario Caccuri assiste la madre di Aurora: "Si confidava con l'intelligenza artificiale chiedendo se visto il suo comportamento avrebbe dovuto lasciarlo. E l'applicazione le rispondeva che sì, doveva lasciarlo. Parlare e chiedere consigli all'intelligenza artificiale, piuttosto che ai genitori o agli amici, è una abitudine che oggi hanno tutti gli adolescenti e che si è sviluppata a partire dalla pandemia da Covid. Ecco perché bisognerebbe regolamentare l'utilizzo di queste applicazioni".

Intanto la difesa oggi in aula ha chiesto un termine e nella prossima udienza, fissata per il prossimo 26 giugno, si discuterà la richiesta dell'avvocato di procedere con rito abbreviato condizionato all'audizione di due consulenti medico legali.

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