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Trapani, arrestato il re dei giochi online Calogero Luppino: faceva arrivare soldi a Messina Denaro

Calogero Luppino, imprenditore attivo nel settore delle scommesse e dei giochi online, è stato arrestato insieme ad altre due persone con l’accusa di estorsione e associazione mafiosa.
A cura di Davide Falcioni
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Estorsione e associazione mafiosa: sono le accuse mosse a tre imprenditori siciliani posti in stato di fermo dai carabinieri del Comando Provinciale di Trapani, della Compagnia di Mazara del Vallo e del ROS. A finire in manette sono stati Calogero Luppino, di Campobello di Mazara (Tp), Salvatore Giorgi e Francesco Catalanotto di Castelvetrano (Tp), gestore di un centro scommesse online a Campobello di Mazara. Luppino, in particolare, avrebbe finanziato la famiglia del boss latitante Matteo Messina Denaro. La Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, inoltre, ha notificato un avviso di chiusura delle indagini con invito a comparire al deputato regionale di Forza Italia Stefano Pellegrino, accusato di corruzione elettorale nell'ambito della medesima inchiesta che ha portato i carabinieri trapanesi a fermare i tre imprenditori.

Gli approfondimenti investigativi, coordinati dalla Procura di Palermo, hanno consentito di analizzare la rapida ascesa imprenditoriale di Luppino nel mondo delle scommesse e dei giochi on line. A facilitare il successo dell'uomo sarebbero stati i clan mafiosi di Castelvetrano, paese di origine del boss ricercato, e Mazara del Vallo, che imponevano agli esercizi commerciali a installare i devices delle società di Luppino e Giorgi, minacciando di ritorsioni i titolari che non erano d'accordo. Luppino, aiutato da Giorgi, che gestiva il denaro del "mandamento" mafioso, provvedeva alle spese legali e alle altre necessità del boss detenuto Franco Luppino e al finanziamento dei vertici delle famiglie mafiose di Campobello di Mazara, Mazara del Vallo e Castelvetrano. Tramite il terzo fermato, Francesco Catalanotto, molto vicino al cognato di Messina Denaro, Rosario Allegra, venivano anche fatti arrivare soldi alla famiglia del boss latitante. Nei confronti degli indagati è in queste ore in corso il sequestro di beni per circa cinque milioni di euro.

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