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Traffico illecito di rifiuti in Basilicata: condannata l’Eni per l’inchiesta del 2016

Condannata l’Eni per traffico illecito di rifiuti in Basilicata dopo l’inchiesta del 2016 che aveva portato alle dimissioni di Federica Giudi, ministra dello Sviluppo Economico di Matteo Renzi in quegli anni, coinvolta in un’intercettazione che l’avrebbe vista intenzionata a favorire gli affari dell’ex compagno Gianluca Gemelli, coinvolto in prima persona nella vicenda. La sua posizione è stata poi archiviata.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Una condanna all'Eni per l'estrazioni petrolifere in Basilicata, dopo l'inchiesta che ha portato al sequestro del Centro Oli di Viggiano. Il procedimento del 2016 riguardava lo smaltimento dei rifiuti del Centro Oli, con profonde ripercussioni politiche che avevano portato alle dimissioni di Federica Guidi, ministra dello Sviluppo Economico di Matteo Renzi. Nella vicenda era coinvolto l'ex compagno della Guidi, Gianluca Gemelli, la cui posizione è stata poi archiviata.

Il reato è quello di traffico illecito di rifiuti. Il giudice ha condannato la compagnia petrolifera a pagare 700mila euro di sanzione amministrativa con la confisca di 44,2 milioni di euro da cui sottrarre i costi già sostenuti per l'adeguamento degli impianti. Indagate per questo 7 persone (sei sono ex manager e dipendenti Eni mentre uno è dipendente della Regione Basilicata) poi condannate tutte a pene comprese tra un anno e quattro mesi e due anni di reclusione oltre che all'interdizione dai pubblici uffici per un anno per attività organizzata per il traffico di rifiuti, assolvendo 27 imputati ed escludendo la responsabilità di altre 9 società assolte per mancanza di prove.

Condannati  i responsabili del Distretto meridionale dell'Eni Ruggero Gheller, Enrico Trovato, Roberta Angelini e Vincenzo Lisandrelli. Una condanna di due anni di reclusione anche per  Nicola Allegro e Luca Bagatti. Un anno e sei mesi anche per l'ex dipendente della Regione Basilicata Salvatore Lambiase. "La condanna – spiega la Pm Laura Triassi – è un segnale importante per la tutela dell'ambiente. Bisogna tutelare la libertà di impresa ma anche il rispetto delle norme e della salute dei cittadini, oltre che dell'ambiente.

Dall'azienda petrolifera, invece, arriva una nota in cui si pone l'accento sulla pronuncia di assoluzione parziale emessa dal Tribunale di Potenza rispetto alle ipotesi di reato di falsità ideologica in atto pubblico. La compagnia, dice nella nota, "resta convinta che l'operato del Cova e dei dipendenti sia nel rispetto della norma vigente e, in attesa di leggere le motivazioni della sentenza, si prepara a presentare l'appello".

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