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Traffico di droghe e armi, estorsione, gioco d’azzardo: blitz a Palermo, colpo al mandamento di Porta Nuova

Misure cautelari per 29 persone a Palermo per associazione mafiosa: il blitz contro Cosa Nostra è avvenuto in seguito ai 181 arresti dell’11 febbraio nell’operazione “Grande Inverno”
A cura di Dario Famà
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La scorsa notte, i Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito 29 misure cautelari disposte dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della locale Procura della Repubblica. Il blitz, che ha coinvolto 16 persone con le altre 13 già detenute per altri reati, dà seguito all'operazione "Grande Inverno" dello scorso 11 febbraio, in cui gli arresti furono ben 181.

Gli indagati sono accusati di associazione a delinquere di tipo mafiosotraffico di stupefacenti, estorsioni, esercizio abusivo del gioco d'azzardo, reati contro la persona e il patrimonio e in materia di armi. L'operazione è avvenuta in seguito alle indagini portate avanti dalla DDA palermitana, che si sono focalizzate sul clan locale Porta Nuova.

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Secondo quanto emerso dall'attività investigativa, l'associazione criminale sarebbe ancorata alle regole e ai riti propri dei padri fondatori, ma sarebbe anche al "passo coi tempi". A questo proposito, Cosa Nostra coordinerebbe tradizionali operazioni di controllo del territorio e di estorsione con l'utilizzo dei mezzi di comunicazioni contemporanei per evitare l'arresto degli affiliati.

Per questo motivo, sotto la lente della Direzione Distrettuale Antimafia sono finite le attività di traffico di stupefacenti: da una parte garantiscono numerosi introiti da investire o da elargire ai membri della organizzazione mafiosa, dall'altra permettono di esercitare il controllo delle piazze di spaccio locali. I pusher, infatti, potrebbero operare direttamente con Cosa Nostra oppure potrebbero agire in autonomia, limitandosi a pagare una tassa sui guadagni per evitare ritorsioni violente.

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Non solo, a preoccupare è anche il coinvolgimento dell'associazione criminale nel settore molto profittevole del gioco d'azzardo digitale, dove il controllo del territorio viene operato grazie all'imposizione dei "pannelli di gioco".

L'utilizzo di codici e usanze tradizionali sarebbe ribadito dall'uso della forza e della violenza per risolvere eventuali problematiche: non sarebbe raro, infatti, avvalersi di pestaggi intimidatori, registrati e documentati. I mafiosi, inoltre, disporrebbero di numerose armi, alcune di queste destinate alla vendita.

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