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Torino: stroncata da un’emorragia cerebrale, la notte di Natale i suoi organi salvano 4 vite

Carla San Pietro, mamma e veterinaria di 55 anni, si è sentita male mentre stava lavorando. Portata all’ospedale Molinette di Torino, le è stata diagnosticata una emorragia celebrale. I suoi organi hanno salvato delle vite. Il fratello: “Per noi questo gesto è l’unica consolazione possibile in un momento di dolore così grande. Lei era davvero generosa e sapere di aver aiutato altre persone, proprio come ha sempre fatto nella sua vita, è un conforto per noi”.
A cura di Susanna Picone
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Almeno quattro persone sono state salvate la notte di Natale grazie agli organi di una donna che se n’è andata all’improvviso a 55 anni. Arriva da San Salvario, Torino, la storia di Carla San Pietro, descritta da chi la conosceva come una donna sempre disponibile e competente nel suo lavoro. Carla era una veterinaria, da 25 anni curava gli animali nel suo studio in via Belfiore, ed era una mamma, che lascia un figlio di 15 anni che aveva cresciuto da sola, dopo la morte del marito 10 anni fa. Carla San Pietro è stata uccisa da una grave emorragia cerebrale: si è sentita male proprio mentre era al lavoro. La veterinaria stava visitando un gatto il 23 dicembre quando ha detto a una collega che aveva un forte mal di testa. Presto la situazione è apparsa grave: la donna non riusciva a parlare né a muoversi. Portata all'ospedale Molinette, le è stata diagnosticata l'emorragia celebrale. Non c’era nulla da fare per salvarla, ma i suoi organi hanno salvato altre persone.

"Cuore, polmoni, fegato, reni, cornee: tutto quello che poteva – le parole del fratello Marco riportate dal quotidiano Repubblica – per noi questo gesto è l'unica consolazione possibile in un momento di dolore così grande. Lei era davvero generosa e sapere di aver aiutato altre persone, proprio come ha sempre fatto nella sua vita, è un conforto per noi”.  "Non sappiamo a chi siano stati donati i suoi organi, ma è stato possibile fare i trapianti perché lei era in uno stato di perfetta salute, non fumava e non aveva alcuna malattia”, ha detto ancora il fratello. Come scrive l’edizione torinese del quotidiano, il cuore della veterinaria potrebbe essere stato donato a una donna di 55 anni a Milano, i polmoni a una giovane mamma piemontese, il fegato ha salvato un giovane di 24 anni mentre un uomo di 40 anni, affetto da una nefrite, ha ricevuto il rene. E ora in tanti, anche sui social, dove l’ambulatorio veterinario ha comunicato la morte della dottoressa, in tanti ricordano la 55enne come una persona competente e altruista. Un altruismo "dimostrato" sino all’ultimo, coi suoi organi che la notte di Natale hanno salvato delle vite.

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