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Torino, protesta dei giostrai: la tangenziale bloccata per 5 ore. “Rischio calcolato vale anche per noi”

I lavoratori dei Luna Park e degli spettacoli itineranti hanno organizzato per la giornata di oggi una protesta sulle maggiori strade italiane. I camion dei manifestanti hanno bloccato la tangenziale torinese da nord a sud. Il traffico è stato sensibilmente rallentato. “Chiediamo di riaprire prima del 1 luglio”
A cura di Gabriella Mazzeo
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La tangenziale di Torino è stata invasa in mattinata dai lavoratori dei Luna Park e dei circhi. Due cortei che hanno invaso la tangenziale nelle sue corsie nord e sud. Un gruppo di manifestanti è partito da Corso Regina in direzione dell'Interporto Sito, mentre il secondo è partito da Debouché viaggiando verso nord a passo d'uomo. I camion hanno lasciato la corsia di sorpasso libera per permettere al traffico di defluire. A controllare la protesta, la polizia stradale e la Digos.

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La ripartenza il 1 luglio

La categoria dei giostrai e dello spettacolo itinerante ha deciso di scendere in strada per protestare contro le linee governative che prevedono la riapertura dei Luna Park dal 1 luglio in poi. Il corteo di camion ha invaso le principali strade statali, tangenziali e autostrade italiane. Proteste anche in Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Puglia e Sardegna. "Siamo la cenerentola della cultura, però ci siamo – spiega a Fanpage.it Ferdinando Uga, presidente dell'Associazione Nazionale Spettacoli Viaggianti -. Abbiamo ricevuto in questi 13 mesi dei sussidi ridicoli. Per sopravvivere, i lavoratori hanno dovuto bruciare anni ed anni di risparmi. Alla fine di questa pandemia molti non riapriranno. Chi lo farà, invece, rischia di diventare vittima degli usurai: questo è un pericolo che ho cercato di palesare più e più volte al governo".

La protesta di oggi prevedeva la presenza di 150 mezzi sulle principali strade italiane. "Se non saremo ascoltati, torneremo in strada con il doppio dei mezzi. – ha continuato Uga -. Per adesso la Regione Piemonte ha convocato una delegazione di lavoratori per il 5 maggio. Anche il Prefetto di Bologna ha chiesto ai nostri manifestanti un incontro, così come Milano. Il problema resta però centrale. Un incontro con le regioni non cambia le cose: noi abbiamo lavorato a un nuovo protocollo che il Cts e il nostro ministro Franceschini dovrebbero portare avanti. Se queste istanze non vengono approvate a livello nazionale, non possiamo ripartire. Noi chiediamo di tornare a lavorare prima del 1 luglio: le nostre attività sono costantemente controllate di tappa in tappa e si svolgono all'aperto dove i contagi sono minimi. Se possono riaprire cinema e teatri, perché non possiamo farlo noi? Il rischio calcolato deve valere per tutte le categorie".

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