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Torino, picchia la compagna e le rompe il naso: “Mi impediva di chattare con altri”

Con l’accusa di avere minacciato e percosso la compagna un agricoltore di trentanove anni di Burolo (Torino) è stato arrestato dai carabinieri, intervenuti dopo una chiamata dei vicini di casa della coppia. La donna, al culmine dell’ennesima lite, è stata picchiata riportando la frattura del setto nasale.
A cura di Susanna Picone
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Un agricoltore di trentanove anni residente a Burolo (Torino) è stato arrestato dai carabinieri con l'accusa di lesioni aggravate e continuate. L’uomo, a quanto ricostruito, è stato fermato alcuni giorni dopo la denuncia della compagna, ormai stanca dei continui maltrattamenti che era costretta a subire. I militari sono intervenuti dopo una chiamata di alcuni vicini di casa della coppia. La donna, pare al culmine di una lite per questioni legate ai figli minorenni, è stata picchiata dal trentanovenne e ha riportato la frattura del setto nasale. Quando i carabinieri sono intervenuti sul posto hanno sorpreso l’uomo sulla porta di casa con una valigia, pronto a scappare via. La donna, invece, che oltre al naso rotto aveva lividi sul volto e sulle braccia, è stata accompagnata in ospedale per le cure del caso.

La donna si era già rivolta ai carabinieri per denunciare il compagno – Già in precedenza vi erano state delle liti in casa, secondo il racconto della vittima innescate dalla gelosia morbosa dell'uomo nei suoi confronti, che pochi giorni prima del fatto avevano portato la compagna dell'agricoltore a presentare una denuncia. I due convivevano da otto anni e lui, a quanto ricostruito, era violento nei confronti della compagna anche perché non accettava lei potesse chattare con altri uomini col cellulare. E per questo l’avrebbe picchiata e le avrebbe impedito di usare il telefono. “Adesso è diventato geloso in un modo morboso”, avrebbe raccontato la donna ai carabinieri della stazione di Strambino dove ha sporto denuncia. “Non l’ho fatto prima –  ha spiegato –  ma ora non ce la faccio più”. E quindi il racconto ai militari: “Mi ha visto usare il telefono, me lo ha strappato di mano e mi ha preso per i capelli”. Pochi giorni dopo quella denuncia, l’ennesima lite in questo caso legata ai bambini e le botte. Il tribunale ha disposto per l'uomo l'obbligo di dimora in un altro Comune.

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