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Torino, la procura: “Concorso truccato a Medicina, favorita la figlia di un barone”

La Procura di Torino ha iscritto sei persone nel registro degli indagati con le accuse, a vario titolo, di turbata libertà del procedimento di scelta, atti persecutori e corruzione aggravata. Secondo gli inquirenti sarebbe stato truccato un concorso per scelta del professore associato di Chirurgia estetica, ricostruttiva e plastica all’Università degli studi di Torino.
A cura di Davide Falcioni
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Stefano Bruschi, primario all'Ospedale San Lazzaro di Torino
Stefano Bruschi, primario all'Ospedale San Lazzaro di Torino

La Procura di Torino ha iscritto sei persone nel registro degli indagati con le accuse, a vario titolo, di turbata libertà del procedimento di scelta, atti persecutori e corruzione aggravata. Secondo gli inquirenti sarebbe stato truccato un concorso per scelta del professore associato di Chirurgia estetica, ricostruttiva e plastica all'Università degli studi di Torino. Tra gli indagati compaiono i nomi di Stefano Bruschi, primario all'Ospedale San Lazzaro di Torino, professore ordinario e direttore della scuola di specialità; Giovanni Bocchiotti, suo predecessore e ora direttore sanitario di un centro diagnostico del capoluogo, e della figlia di quest'ultimo, Alessandra Maria Bocchiotti, risultata poi vincitrice del concorso nell'aprile scorso. L'inchiesta, condotta dalla polizia giudiziaria (aliquota Polizia di Stato) e coordinata dal sostituto procuratore Roberto Sparagna, è chiusa e negli scorsi giorni sono stati notificati gli avvisi di chiusura dell'indagine.

Inquietante una dichiarazione attribuita a Bruschi: "Siamo una massa di malavitosi. L’ho detto io, che avevo due vie: quella di fare il malavitoso nella malavita, o il malavitoso nella sanità". Il professore l'ha pronunciata dicendo alla sua favorita, Alessandra Maria Bocchiotti, di essere disposto a tutto per farle vincere il posto di associato. Come spiega Repubblica il docente avrebbe in effetti messo in atto comportamenti così palesemente scorretti nei confronti di un altro candidato da indurlo a denunciare tutto.

L'inchiesta era stata aperta nel 2018, dopo l'esposto presentato da un medico di 54 anni che aveva presentato domanda per diventare insegnante nel dipartimento di scienze chirurgiche della facoltà di medicina. Il 54enne aveva registrato una conversazione con Bruschi, che aveva allegato alla denuncia. Successivamente gli investigatori della procura avevano piazzato delle microspie all'interno della stanza del direttore, all'ospedale San Lazzaro. Secondo gli inquirenti, coordinati dal pm Roberto Sparagna, Bruschi avrebbe garantito un posto nel centro diagnostico ad Alessandra Maria Bocchiotti pilotando il concorso ad hoc escludendo ad esempio tra i requisiti necessari le competenze di lingua inglese, in cui la candidata ‘eletta' non sarebbe stata ferrata.

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