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Torino, intossicazione da tonno proveniente dalla Spagna. Scatta l’allarme

Il pesce proveniva dalla Spagna. La tossina incriminata è l’istamina, che resiste anche alla cottura e che quindi non fa star male solo mangiando pesce crudo. Nei campioni analizzati superava di sei volte i limiti di legge.
A cura di Biagio Chiariello
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Due coniugi di Torino sono rimasti intossicati  dopo aver consumato a casa del tonno fresco acquistato in una pescheria. Secondo quanto si legge su La Stampa, il pesce proveniva dalla Spagna e la tossina rilevata nei campioni supera di sei volte i limiti di legge. Le analisi, condotte dal laboratorio dell’Istituto Zooprofilattico di Torino diretto dalla dottoressa Lucia Decastelli, hanno rilevato la positività alla sindrome sgombroide in diversi campioni: nei residui del pasto, nella pescheria e dal grossista (stesso lotto in confezione integra). In tutti i campioni sono stati trovati alti livelli di istamina, tossina che resiste anche alla cottura e che quindi non fa star male solo mangiando pesce crudo. La coppia, fortunatamente, se l’è cavata con una visita d’urgenza in ospedale ed una terapia a cura di antistaminici e cortisone.

Ma cosa è la sindrome sgombroide dovuta all’intossicazione da tonno? Come riporta il quotidiano piemontese, si tratta di un’infezione caratterizzata da sintomi che spaziano dall’arrossamento della pelle al prurito, dalla cefalea ai crampi addominali, dalla nausea alla diarrea, alle palpitazioni. Quello segnalato è il primo caso che quest’anno si verifica in Piemonte. Altra particolarità: questa volta, grazie alla rapidità degli esami, è stato possibile stabilire un collegamento diretto tra il cibo consumato e la tossina, presente nei campioni in quantità superiori di sei volte rispetto alla soglia di sicurezza. Come spiegano dall’Asl Città di Torino la cattiva conservazione del pesce causa lo sviluppo dell’istamina (in alcuni casi il processo si attiva già sulle navi di cattura): la quale, oltretutto, è termostabile, cioè resistente al calore e quindi alla cottura dei cibi.

Lo scorso anno casi simili si sono registrati sia nel Bel Paese che in Spagna, tali da spingere il Ministero della Salute spagnolo (Aecosan) a diramare un comunicato, ripreso sul sito del Ministero italiano: “Si invita chi avesse acquistato tonno fresco, a partire dal 25 aprile 2017, a contattare gli esercizi di vendita dove lo ha acquistato per verificare se trattasi del prodotto commercializzato dalla ditta spagnola (Garciden) e in tal caso a non consumarlo”, si legge nella nota. Per ora, e in attesa dell’inchiesta, non si sa se il tonno consumato dai due coniugi torinesi rimandi alla stessa ditta o ad un’altra.

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