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Torino, i genitori non accettano la sua omosessualità, ragazzo tenta il suicidio dopo una lite

Ha tentato il suicidio dopo l’ennesima lite con i genitori che non accettavano la sua omosessualità: il giovane torinese è stato salvato da due agenti della polizia chiamati sul posto. Uno dei militari infatti ha impedito che si gettasse nel vuoto dal balcone dell’appartamento al sesto piano a Mirafiori.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Aveva detto ai genitori di essere omosessuale, ma da allora le discussioni in famiglia erano diventate sempre più frequenti. Dopo l'ennesima lite avvenuta nella serata di mercoledì scorso, un giovane torinese aveva deciso di togliersi la vita gettandosi dal sesto piano del palazzo dove vive. Fortunatamente, il ragazzo è stato fermato da due poliziotti chiamati sul posto. Tutto è iniziato a settembre dello scorso anno, quando il giovane ha rivelato alla famiglia la sua omosessualità. Dopo una serie di scontri iniziali, i genitori avrebbero mostrato un'apertura verso il figlio, promettendogli di voler accettare la sua natura. Nonostante tutto, però, le accuse rivolte nel corso dei mesi hanno lasciato un segno profondo nell'animo del ragazzo che aveva anche pensato di abbandonare gli studi per iniziare a lavorare e lasciare quella casa.

Dopo una nuova discussione avvenuta con i genitori, il giovane ha chiamato il 112, poi ha aperto il balcone del suo appartamento a Mirafiori e ha scavalcato la ringhiera con l'intenzione di gettarsi nel vuoto. Il padre lo ha trattenuto per un braccio, ma ha capito che la determinazione del figlio non gli avrebbe permesso di resistere a lungo. Fortunatamente le forze dell'ordine sono intervenute poco dopo fermandolo giusto in tempo. Gli agenti hanno fatto sei rampe di scale di corsa per raggiungere il ragazzo sul balcone. Uno dei poliziotti ha scavalcato la ringhiera per afferrarlo e trascinarlo in salvo sotto gli occhi dell'intero condominio sceso in strada.

"Grazie, mi avete salvato la vita" ha detto prima di essere trasportato al pronto soccorso delle Molinette. Qui è stato sottoposto ad accertamenti e medicato. Il suo stato di salute, adesso, sarà monitorato anche dai medici. Il ragazzo, di circa 25 anni, era infatti caduto in uno stato di ansia perenne e depressione. Altre volte aveva minacciato gesti estremi secondo quanto ha raccontato il padre alle forze dell'ordine, ma mai era arrivato a quel punto.

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