16 CONDIVISIONI

Torino. Dopo 31 anni confessa l’omicidio. Il killer dei Belfiore aveva sbagliato bersaglio

Vincenzio Pavia, ex collaboratore di giustizia, in aggiunta agli otto omicidi già ammessi negli anni ’90, ha deciso di confessare alla Polizia di Stato un ulteriore omicidio. Uccise Roberto Rizzi per errore in un bar del centro, vittima di uno scambio di persona. Il delitto gli era stato commissionato da Saverio Saffiotti, anche lui legato alla famiglia ndranghetista e poi a sua volta assassinato.
A cura di Biagio Chiariello
16 CONDIVISIONI
Immagine

“L’ho ucciso io, è vero; ma si è trattato di uno scambio di persona". L'ex collaboratore di giustizia Vincenzo Pavia ha confessato dopo 31 anni di aver ucciso Roberto Rizzi il 20 maggio 1987 a Torino. Vent’anni fa era già stato riconosciuto responsabile di otto omicidi. Ma il killer della famiglia Belfiore, cognome noto negli ambienti della ‘ndrangheta, almeno in un’occasione, aveva sbagliato il bersaglio e aveva ucciso la persona sbagliata. La vittima designata era Francesco Di Gennaro, detto "il rosso", ma Pavia colpì a morte Rizzo nel bar I tre moschettieri di via Pollenzo. Il delitto gli sarebbe stato commissionato da Saverio Saffiotti, anche lui legato al clan di ‘ndrangheta.

Quel giorno Pavia entrò e sparò un colpo alla testa del malcapitato e poi fuggì in auto con alla guida lo stesso Saffioti. Il giorno dopo, leggendo un quotidiano, l’assassino si rese conto che la persona che aveva assassinato non era Di Gennaro, ma un uomo la cui unica colpa era stata quella di trovarsi al posto sbagliato e nel momento sbagliato, oltre ad una presunta somiglianza con Franco “il rosso”, e che comunque non aveva niente a che fare con contesti criminali. Si trattava appunto di Roberto Rizzi.

Lo stesso Di Gennaro fu ammazzato proprio nello stesso bar, il 24 agosto 1988, da alcuni sicari del gruppo Belfiore. E a sua volta anche Saffiotti è stato ucciso, il 25 giugno 1992, su ordine di Salvatore Belfiore, ai vertici del clan – secondo gli inquirenti – dopo la carcerazione del fratello Domenico, condannato all'ergastolo per l'omicidio del procuratore Bruno Caccia, a Torino nel 1983. Adesso, dunque, dell’omicidio Rizzi dovrà rispondere il solo Pavia. Le indagini della squadra mobile proseguono per stabilire eventuali collegamenti con altri omicidi insoluti di quegli anni.

16 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views