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“Ti metto in un buco e nessuno ti troverà”, marito denunciato dopo anni di botte a Reggio Emilia

Le gravissime minacce dell’uomo presso l’abitazione di famiglia e solo perché la donna a suo dire aveva la colpa di non essersi seduta a tavola a mangiare con lui. Atteggiamenti che, dopo l’ennesimo intervento a casa, hanno spinto i carabinieri a denunciare alla procura reggiana il 45enne per maltrattamenti in famiglia.
A cura di Antonio Palma
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Insulti, minacce di morte e violenze fisiche quasi quotidiane contro la moglie, è la terribile storia di violenza domestica scoperta dai carabinieri di Brescello, provincia di Reggio nell'Emilia, e che nelle scorse ore ha portato alla denuncia di un uomo di 45 anni ora accusato di maltrattamenti in famiglia e minaccia aggravata. Le indagini sull’uomo residente nella bassa reggiana sono scattate a seguito delle rivelazioni della moglie che, dopo anni di abusi continui, ha deciso finalmente di rivelare tutto ai militari dopo l’ultimo episodio ai suoi danni. La decisione dopo una serie di minacce di morte arrivate alcuni giorni fa mentre la famiglia era riunita a tavola. "Ti ammazzo", "ti metto in un buco dove nessuno ti troverà", "se mi fai andare in galera ti ammazzo" avrebbe detto l’uomo alla consorte anche davanti al figlio.

Minacce gravissime riferite sempre presso l'abitazione di famiglia e solo perché la donna a suo dire aveva la colpa di non essersi seduta a tavola a mangiare con lui. L’episodio però sarebbe solo l’ultimo di una serie di minacce e violenze compiute dall’uomo negli ultimi anni nei confronti della moglie. Gravi e inauditi episodi di sopraffazione avvenuti spesso davanti al figlio minore, anche lui vittima degli abusi domestici, come spiegano gli inquirenti. Atteggiamenti che, dopo l’ennesimo intervento a casa al termine delle indagini, hanno spinto i carabinieri a denunciare alla procura reggiana il 45enne italiano. La donna è stata vittima anche di violente percosse tanto che due anni fa, a causa delle percosse ricevute dal marito, aveva dovuto ricorrere anche alle cure mediche ospedaliere e aveva riportato una prognosi di bene 21 giorni per le lesioni subite. Ora madre e figlio minorenne, al termine delle formalità di rito, sono stati allontanati da casa e affidati ai servizi sociali del competente comune che li ha collocati in una struttura protetta.

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