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Test dell’omosessualità su agente della Penitenziara, sindacato polizia chiede rimozione responsabili

L’Osapp – sindacato autonomo di polizia penitenziaria – ha chiesto la rimozione dei funzionari e degli operatori protagonisti del caso dell’agente sottoposto a un test psichiatrico per verificarne l’orientamento sessuale.
A cura di Davide Falcioni
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L'Osapp – sindacato autonomo di polizia penitenziaria – ha chiesto la rimozione dei funzionari e degli operatori protagonisti del caso dell'agente sottoposto a un test psichiatrico per verificarne l'orientamento sessuale. Qualora i responsabili dell'abuso dovessero invece rimanere ai loro posti è stato annunciato un autentico "tour di proteste" che toccherà, in particolar modo, le città del nord Italia in cui attualmente gli interessati prestano servizio "con ruoli apicali".

La mobilitazione – ha precisato il sindacato in una lettera inviata agli iscritti – avrà luogo se l'amministrazione non solleverà i responsabili dagli incarichi attualmente ricoperti. L'Osapp, inoltre, osserva che "uno di questi soggetti risulta essere stato componente del Comitato pari opportunità", in passato, al Dap di Roma. "Questi ‘illustri' signori – scrive il firmatario della missiva, il vicesegretario generale del sindacato Gerardo Romano – hanno posto in essere una vera e propria ‘santa inquisizione' in danno di un nostro collega". "Non augureremo mai a nessuno, neppure a loro, di passare attraverso l'immane incubo – aggiunge – vissuto dal nostro collega. Poteva essere un loro figlio/a, un loro fratello, un loro amico/a, insomma poteva essere chiunque di noi". "Oltre alla violenza dei carcerati – scrive ancora Romano – dobbiamo subire anche questi incommentabili abusi e le loro angherie".

La condanna al Ministero della Giustizia

Il caso è esploso la scorsa settimana. Un agente di polizia penitenziaria che era stato sottoposto a un esame psichiatrico per verificare se fosse omosessuale aveva presentato un ricorso al Tar del Piemonte ottenendo un indennizzo di 10 mila euro per "danno morale". A pagare la somma dovrà essere il ministero della giustizia. I test erano stati ordinati dopo una segnalazione (risultata falsa) di due detenuti nel penitenziario presso cui l'agente prestava servizio. Il Tar nella sentenza ha rilevato che venne messa in dubbio l'idoneità al lavoro del poliziotto "veicolando l'idea per cui l'omosessualità attribuitagli potesse essere un disturbo della personalità".

L'amministrazione penitenziaria impose al poliziotto il test per "fare chiarezza" sulla sua personalità; tuttavia secondo il Tar del Piemonte la decisione fu "arbitraria e priva di fondamento giuridico oltreché tecnico-scientifico". Si trattò infatti di una "indebita sovrapposizione" tra orientamento sessuale e disturbo della personalità.

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