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Terza dose vaccino Covid, Pregliasco: “Ultima battaglia contro virus, anticorpi potrebbero durare anni”

Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università di Milano, a Fanpage.it all’indomani dell’annuncio della somministrazione delle terze dosi di vaccino Covid ai 50-40enni dall’1 dicembre: “Effetti collaterali come per le prime due dosi. La durata degli anticorpi potrebbe essere di anni. Se anche i più giovani dovranno fare il booster? Dipende dall’andamento delle prossime onde epidemiche. L’importante è superare l’inverno”.
A cura di Ida Artiaco
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È importante fare la terza dose di vaccino Covid per tenere sotto controllo la curva dei contagi ma anche perché la durata della copertura anticorpale potrebbe essere di anni. È quanto ha spiegato Fabrizio Pregliasco, virologo dell'università di Milano, commentando a Fanpage.it la notizia dell'estensione della dose booster di vaccino anti Covid alla fascia d'età 40-60 anni a partire dall'1 dicembre annunciata ieri dal Ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso del Question time alla Camera, dopo che le somministrazioni sono state riservate, in ordine di priorità, a immunocompromessi, over 80, residenti nelle Rsa, personale sanitario, over 60 e fragili.

Professor Pregliasco, prima di tutto quali effetti collaterali bisogna aspettarsi con la terza dose? 

"Il dato complessivo, anche rispetto a quanto è stato fatto in Israele e in altre nazioni dove c'è ampia casistica, è che c'è a livello di effetti collaterali un andamento similare. Così come nella mia casistica del centro vaccinale che seguo, è qualcosa di paragonabile alle prime due dosi. Anzi, in realtà, secondo dati diffusi il primo ottobre dal Ministero della Sanità israeliano, gli effetti dovuti al richiamo sono significativamente più leggeri rispetto a quelli delle prime due iniezioni. Parliamo, anche in questo caso di dolore nella zona di iniezione, mal di testa, febbre, brividi, dolore muscolare, che durano massimo per 48 ore".

È vero che la protezione dopo la terza dose può durare anni?

"Sì, la durata degli anticorpi con la terza dose potrebbe essere di anni. Sicuramente dovremo verificarlo col tempo ma in uno schema tipico di altre vaccinazioni con tre dosi, come nel caso dell'epatite che consta di due dosi più una di richiamo, le prime due danno un imprinting e il booster dà l'effetto definitivo con una maggiore risposta a livello cellulare. Confidiamo nel fatto che i presupposti scientifici e di meccanismo dovrebbero dare questo tipo di protezione. È chiaro che il Coronavirus funziona in maniera un po' diversa perché rispetto ad altre infezioni vediamo che anche i guariti cominciano a reinfettarsi, ma questo lo avevamo visto anche nei Coronavirus "normali", quelli simil-influenzali, e questo ci lascia ancora un po' dubbiosi rispetto alla durata. Si può comunque confermare che ciò che erano gli obiettivi della vaccinazione, e cioè di ridurre gli effetti pesanti dell'infezione, vengono mantenuti".

Dopo i 40enni, dobbiamo aspettarci che a gennaio si apra alla terza dose anche alle classi d'età più giovani?

"Dipende dall'andamento delle prossime onde epidemiche. Dobbiamo immaginare la pandemia di Covid come una serie di onde provocate dal lancio di un sasso nello stagno. Io spero che quella di quest'anno, che ci sarà come sta accadendo nel resto d'Europa, credo un po' meno pesante in Italia, sarà l'ultima battaglia importante contro il virus. Non che quest'ultimo poi sparirà per sempre però molto dipenderà dall'evoluzione di questa situazione. La speranza è che le prossime onde siano ondine e che ci si possa accontentare della risposta residua data dalla vaccinazione più che completa".

Quali sono i prossimi step da fare?

"Sicuramente continuare con la somministrazione delle dosi di vaccino, sia delle prime due che delle terze. La vaccinazione aiuta a tenere la curva dei contagi sotto controllo, ma aiuta anche l'approccio virtuoso dei cittadini e di prudenza e progressività che per esempio altre nazioni non hanno adottato. A ciò si aggiungano le condizioni meteo a noi favorevoli che hanno dato una mano. Stringiamo i denti in inverno, almeno fino a gennaio, poi ci potremo rilassare".

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