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Terza dose vaccino con Moderna e Pfizer, quale viene somministrato e perché dopo 5 mesi

Procedono le prenotazioni e le somministrazioni della terza dose di vaccino anti Covid con Pfizer e Moderna, quest’ultimo in dosaggio dimezzato, a tutti i cittadini italiani over 18: ecco perché si deve ricevere la dose booster dopo cinque mesi dalla fine del ciclo vaccinale.
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A cura di Ida Artiaco
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Dal 1 dicembre tutti gli italiani over 18 possono ricevere la terza dose di vaccino anti Covid. Dopo l'annuncio del ministro Speranza, sono partite prenotazioni e somministrazioni in tutte le regioni italiane. Le dosi usate sono quelle dei vaccini a m-RNA, cioè Moderna e Pfizer, per tutti, anche per coloro che hanno completato il ciclo vaccinale con AstraZeneca o Johnson&Johnson.

"Non ci sono problemi a cambiare vaccino perché tutti hanno come target la ‘spike' e già molte persone sono state vaccinate con combinazione eterologa di vaccini diversi. Pfizer o Moderna vanno entrambi bene indipendentemente da cosa avete ricevuto durante il primo ciclo vaccinale", ha spiegato su Twitter l'immunologa dell'Università di Padova Antonella Viola, commentando la vaccinazione eterologa per la dose di richiamo. L'importante, in ogni caso, è che siano passati 5 mesi dalla fine del ciclo vaccinale.

Vaccino Pfizer o Moderna per la terza dose, quali sono i dosaggi

Stando a quanto stabilito dagli organi competenti, per la terza dose di vaccino Covid verrà somministrata una dose booster (di richiamo) con vaccino a m-RNA nei dosaggi di 30 microgrammi in 0,3 millilitri per Comirnaty di Pfizer/BioNTech e 50 microgrammi in 0,25 millilitri per Spikevax di Moderna. Per quest'ultimo vaccino si tratta di un dosaggio dimezzato rispetto a quello impiegato per il ciclo vaccinale primario. La dose supplementare potrà essere somministrata a cinque mesi dal completamento del ciclo primario di vaccinazione, indipendentemente dal vaccino precedentemente utilizzato.

Perché prenotare la terza dose dopo cinque mesi dalla seconda

Lo scorso 23 novembre è stato ufficializzato, con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della determina dell’Aifa alla radice di una circolare del ministero della Salute, l’anticipo della dose booster del vaccino anti Covid da 6 a 5 mesi, riducendo così l'intervallo di tempo tra la fine del ciclo vaccinale e la somministrazione della terza dose per aumentare la protezione contro il Covid, dal momento che studi hanno dimostrato che la protezione vaccinale comincia a diminuire dopo sei mesi.

"L’indicazione iniziale di questi studi era basata sul timing dei 6 mesi. A questo punto, visto che la situazione non è per niente piacevole si è pensato di anticipare di un mese la vaccinazione, proprio per guadagnare un margine sul rischio di infezione. Tra l’altro ora sappiamo che con la terza dose ne guadagniamo in protezione", ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco dell'Università di Milano.

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