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Tentò di ucciderla, ora lui è libero: “Aspetto di morire, è come avere il cancro”

“Aspetto di morire, è come avere il cancro”. Da luglio scorso Mauro Fabbri, l’uomo che ha tentato di uccidere aggredendola con un coltello l’ex compagna Lucia Panigalli,e che poi ha provato a farla ammazzare anche dal carcere, è un uomo libero. “Finirà quello che ha iniziato” dice oggi Lucia. Fabbri ha scontato 7 anni per anni tentato omicidio premeditato aggravato.
A cura di Angela Marino
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"È come essere una malata terminale, aspetto di morire da un giorno all'altro". Lucia Panigalli è stata vittima di tentato omicidio per mano dell'ex compagno Mauro Fabbri, che da luglio scorso, dopo aver tentato di farla uccidere anche dal carcere, è un uomo libero. I fatti risalgono al  16 marzo 2010, quando Lucia, all'epoca 54enne reduce da una breve relazione con Fabbri, conosciuto in una sala da ballo di Ferrara, viene sorpresa da uno sconosciuto mentre fa ritorno a casa dalla balera. Lui ha il passamontagna, ma mentre l'aggredisce Lucia riesce a smascherarlo scoprendo che si trattava del compagno che aveva appena lasciato e che mai avrebbe creduto capace di violenza. Lei si difende, lui affonda la lama nella sua carne, la spezza, allora prende a sferrarle calci fortissimi. Allarmato dalle urla strazianti della donna è sopraggiunto il figlio di Lucia, che è riuscito a mettere in fuga il Fabbri. Lucia era coperta di sangue, ferita e contusa, e quando è stata ricoverata non ci sono stati dubbi sul fatto che le intenzioni di chi colpiva, erano quelle di uccidere. Per questo a Fabbri viene condannato a 9 anni e 4 mesi con rito abbreviato ma solo nel 2012, dopo sentenza definitiva, per lui si aprono le porte del carcere.

Lucia si sente finalmente al sicuro con il suo stalker e aggressore dietro le sbarre, ma dalla cella in cui è recluso Fabbri sta pianificando e commissionando il suo omicidio. Da dietro le sbarre, infatti, l'uomo ha organizzato l'omicidio, per il quale è pronto a pagare 25mila euro ai sicari, con la complicità di un compagno di cella. "Io spero che lo facciano proprio bene, bene che non si trova proprio più" dice tra le mura del penitenziario, intercettato. A Lucia vengono notificate le indagini che portano a un processo che si concluderà a fine 2017, con una sentenza clamorosa: “assolto perché non si possono fare processi alle intenzioni”. Per la donna è la fine di ogni speranza: non solo per la privacy non ha diritto a conoscere il termine di scarcerazione del suo aguzzino, ma sa bene che Fabbri potrebbe godere di eventuali sconti. E infatti il giudice gli concede 225 giorni di libertà anticipata per buona condotta. Morale della favola, da luglio scorso Fabbi è un uomo libero e Lucia, invece, una donna che si sente all'ergastolo: ""Mi sento come se fossi io ad aver commesso un reato".

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