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Tav, dopo 5 anni riparte la progettazione della tratta italiana: ecco a che punto è la Torino-Lione

Dopo 5 anni torna la progettazione della tratta italiana della Tav Torino- Lione. Il commissario straordinario di Governo Mauceri ha firmato nelle scorse ore un’ordinanza che autorizza Rfi a sviluppare il progetto definitivo della nuova linea Avigliana-Orbassano.
A cura di Davide Falcioni
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La più controversa tra le grandi opere italiane torna a far parlare di sé: dopo 5 anni, infatti, è pronta a rimettersi in moto la progettazione della tratta italiana della Tav Torino- Lione. Il commissario straordinario di Governo Calogero Mauceri ha firmato nelle scorse ore un'ordinanza che autorizza Rfi a sviluppare il progetto definitivo della nuova linea Avigliana-Orbassano e degli interventi di adeguamento dello scalo di Orbassano. A renderlo noto la Regione Piemonte, che in una nota ha espresso soddisfazione, ricordando "di aver sostenuto fin dal suo insediamento la necessità del commissariamento dell'opera, grazie alla quale oggi si può finalmente ripartire". "La Tav – ha commentato il governatore Alberto Cirio – è un'infrastruttura indispensabile affinché il Piemonte possa cogliere le opportunità offerte dal traffico merci del nuovo collegamento ferroviario e Sito Interporto di Orbassano possa diventare il principale scalo logistico del Nord Ovest".

A che punto sono i lavori della Tav Torino Lione

Della Tav Torino – Lione si parla da quasi trent'anni a questa parte, ma i lavori per la sua realizzazione sono ben lungi dal concludersi. Il progetto divide la linea ferroviaria Torino-Lione in diverse parti: la principale è la sezione transfrontaliera, che copre il tratto tra Susa/Bussoleno (in Italia) e il comune francese di Saint-Jean de Maurienne e che prevede la realizzazione del tunnel di base a due canne di circa 57 chilometri. Al di fuori di esso, il progetto è stato diviso in una sezione "francese" (i cui lavori sono in capo alla compagnia ferroviaria Sncf) e in una italiana, in capo a Rfi, che congiunge Susa a Torino; quello tra Avigliana e Orbassano è dunque un piccolo spezzone del segmento italiano.

Attualmente i lavoro per la tratta internazionale sono quelli a uno stadio più avanzato: i cantieri sono infatti aperti e le "talpe" da anni hanno cominciato a scavare. Per quanto concerne il tunnel di base sul versante francese sono stati ultimati 10 chilometri di scavo al cantiere di Saint-Martin-La-Porte, realizzati per la maggior parte con una fresa. Come ricorda Valigia Blu, "sempre in Francia sono state già realizzate le discenderie necessarie per i cantieri montani di Modane, La Praz e Saint-Martin-La-Porte". In Italia a febbraio dello scorso anno ha avuto inizio l'allargamento del cantiere della Maddalena, a Chiomonte, per le opere propedeutiche allo scavo del tunnel di base. Al momento è stato completato solo il tunnel geognostico, necessario per conoscere le caratteristiche e gli eventuali problemi inerenti il terreno. Stando a quanto riferito da Telt, il cunicolo “sarà trasformato in passaggio di servizio e ventilazione per il tunnel di base”. Gli scavi di quest'ultimo non sono ancora stati avviati.

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Le tempistiche, come detto, sono tutt'altro che brevi. Dieci mesi fa Telt ha annunciato l’affidamento dei lavori per lo scavo dell’80% del tunnel di base, per un totale di oltre 3 miliardi di euro. Tale appalto è composto da tre lotti. Il primo riguarda un segmento di 22 chilometri compreso tra Modane (Francia) e l’Italia, e dovrebbe essere ultimato in sei anni. Il lotto 2 invece interessa 23 chilometri di tunnel tra Saint-Martin-la-Porte/La Praz e Modane, mentre il terzo lotto riguarda 3 chilometri di tunnel tra Saint-Julien-Montdenis e Saint-Martin-la-Porte. Rispettivamente i tempi di realizzazione previsti dai promotori sono di 65 e 70 mesi. L'opera – solo per quanto concerne la sezione transfrontaliera –  avrà un costo stimato di circa 9,6 miliardi di euro, di cui 5,5 circa in carico all’Italia e circa 4 a carico della Francia.

Il controverso tunnel sotto la collina Morenica

Oltre alla tratta transfrontaliera c'è, come abbiamo visto, anche quella italiana, i cui cantieri non sono stati ancora aperti. Il progetto prevede un primo tratto da Susa/Bussoleno fino ad Avigliana e un altro da Avigliana a Orbassano, nella prima cintura di Torino. Per quest'ultimo oggi è stata autorizzata la stesura del progetto definitivo, che tuttavia dovrà affrontare il nodo dell'attraversamento dell'Anfiteatro Morenico con un tunnel di 14 chilometri che da anni suscita le proteste del movimento No Tav e di numerosi amministratori locali, che preferirebbero che si sfruttasse la linea ferroviaria già in uso nel tratto tra Avigliana e Orbassano. Tra i contrari al tunnel non ci sono solo attivisti, ma anche il sindaco di Rivalta di Torino Sergio Muro, eletto con il Partito Democratico e lontano dagli ambienti No Tav, che ha definito il progetto “fortemente impattante” per il territorio, per il paesaggio e per i beni storici che rischia di lambire. "Non credo possa essere definito, come auspica il Governo, un progetto sostenibile", ha dichiarato nei mesi scorsi prima di rilanciare l’utilizzo della linea storica. I proponenti – tuttavia – sembrano determinati a optare per il tunnel sotto alla Collina Morenica.

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