76 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Taranto, l’ex Ilva va avanti: Consiglio di Stato annulla chiusura dell’impianto voluta dal sindaco

L’ex Ilva di Taranto non chiuderà. La quarta Sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto gli appelli di Arcelor Mittal spa e di Ilva spa in amministrazione straordinaria annullando l’ordinanza del febbraio 2020 con la quale il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci aveva ordinato di risolvere le criticità dell’impianto o, in alternativa, sospenderne le attività.
A cura di Davide Falcioni
76 CONDIVISIONI
Immagine

L'ex Ilva di Taranto non chiuderà. La quarta Sezione del Consiglio di Stato ha infatti accolto gli appelli di Arcelor Mittal spa e di Ilva spa in amministrazione straordinaria annullando l’ordinanza del febbraio 2020 con la quale il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci aveva ordinato di trovare gli impianti interessati da emissioni inquinanti rimuovendo poi le eventuali criticità: qualora ciò non fosse avvenuto il primo cittadino aveva ordinato di procedere alla "sospensione/fermata" delle attività dello stabilimento. L’ordinanza era stata emessa, nell’esercizio dei poteri di necessità e urgenza del Sindaco a tutela della salute della cittadinanza, a seguito di episodi di emissioni di fumi e gas verificatisi nell’agosto 2019 e nel febbraio 2020 e delle successive verifiche ambientali e sanitarie.

In prima battuta il Tar della Puglia, sezione staccata di Lecce, aveva respinto il ricorso delle due società. La sentenza è stata però ribaltata dai giudici del Consiglio di Stato: pur non condividendo la tesi principale delle società appellanti – secondo cui deve escludersi ogni spazio di intervento del Sindaco in quanto i rimedi predisposti dall’ordinamento sarebbero stati idonei a far fronte a qualunque possibile inconveniente – i giudici hanno ritenuto che quel complesso di rimedi sia tale da limitare il potere di ordinanza del primo cittadino, già per sua natura ‘residuale', alle sole situazioni eccezionali in cui sia comprovata l’inadeguatezza di quei rimedi a fronteggiare particolari e imminenti situazioni di pericolo per la salute pubblica.

Secondo il Consiglio di Stato, quindi, il potere di ordinanza d’urgenza è stato esercitato in assenza dei presupposti di legge, non emergendo la sussistenza di "fatti, elementi o circostanze tali da evidenziare e provare adeguatamente che il pericolo di reiterazione degli eventi emissivi fosse talmente imminente da giustificare l’ordinanza contingibile e urgente, oppure che il pericolo paventato comportasse un aggravamento della situazione sanitaria in essere nella città di Taranto, tale da indurre ad anticipare la tempistica prefissata per la realizzazione delle migliorie" dell’impianto. Per questo, pur non negando la grave situazione ambientale e sanitaria da tempo esistente nella città di Taranto, già al centro di vicende giudiziarie penali e di una sentenza di condanna dell’Italia da parte della Corte Europea dei Diritti Umani, si è concluso che "nella specie il potere di ordinanza abbia finito per sovrapporsi alle modalità con le quali, ordinariamente, si gestiscono e si fronteggiano le situazioni di inquinamento ambientale e di rischio sanitario, per quegli stabilimenti produttivi abilitati dall’Aia", non essendosi evidenziato un pericolo "ulteriore" rispetto a quello ordinariamente collegato allo svolgimento dell’attività industriale.

A Taranto bambini con ansia, depressione e quoziente intellettivo più basso a causa dell’ex Ilva

La sentenza del Consiglio di Stato è destinata a far discutere. Nei giorni scorsi infatti uno studio pubblicato su Nature ha dimostrato le conseguenze delle emissioni inquinanti sulla salute mentale dei bambini  evidenziando che il combinato tra l'arsenico (trovato nelle urine) e il piombo (trovato nel sangue) sarebbe in grado di causare maggiori disturbi del comportamento, rischi di autismo, ansia e depressione. Per questo, in una lettera inviata al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, il Comitato per la Salute e per l'Ambiente di Taranto (a cui aderiscono Peacelink, Genitori Tarantini, Comitato Quartiere Tamburi, Articolo 32, LiberiAmo Taranto e Lovely Taranto) ha chiesto al governo  "un urgente intervento per fermare gli impianti dell'area a caldo dell'ex Ilva, ormai improcrastinabile". "Questo studio – aggiunge il Comitato per la Salute e per l'Ambiente di Taranto – riprende, continua e approfondisce uno studio già condotto a Taranto sull'impatto che l'inquinamento industriale ha sul quoziente di intelligenza dei bambini. Aggiunge nuove conoscenze sull'impatto comportamentale" ed emerge "che gli effetti del piombo e dell'arsenico non solo si sommano ma si amplificano reciprocamente".

76 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views