Taranto: “I tumori causati da alcol e fumo, non dall’Ilva”

Secondo Enrico Bondi – amministratore delegato dell'Ilva di Taranto – l'incremento di tumori e altre gravi malattie nella città dell'acciaieria non va attribuito ai livelli di inquinamento, bensì al fumo di sigarette, all'abuso di alcol e ad altri fattori che nulla hanno a che vedere con l'Ilva. Incredibile ma vero, Bondi lo ha affermato in una nota diretta al presidente della Regione Puglia Vendola e al direttore generale dell'Arpa Giorgio Assennato. Lo rivela Il Fatto Quotidiano in edicola oggi.
"E' erroneo e fuorviante attribuire gli eccessi di patologie croniche oggi a Taranto a esposizioni occupazionali e ambientali occorse negli ultimi due decenni". Allora di chi è la colpa? "Fumo di tabacco e alcol, nonché difficoltà nell'accesso a cure mediche e programmi di screening". Alla lettera a Vendola e Assennato Bondi ha allegato una perizia che tenta di smentire gli studi compiuti dal Ministero della Salute e dalla stessa Arpa: "L'incidenza e la mortalità per tumori riflette esposizioni che risalgono a un lontano passato – viene scritto nel documento – I tumori al polmone hanno una latenza di 30-40 anni, e riflettono quindi essenzialmente esposizioni dagli anni '60 e '70, o precedenti. A tale proposito è noto che a Taranto, città portuale, la disponibilità di sigarette era in passato più alto rispetto ad altre aree del Sud".
La nota quindi conclude: "L'enfasi sul possibile ruolo dell'impianto siderurgico sulla mortalità a Taranto sembra essere un effetto della pressione mediatico-giudiziaria, ma non ha giustificazioni scientifiche".