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Svolta nelle indagini sulla scomparsa dell’ex postino Vito Mezzalira: suoi i resti trovati nel giardino di casa

Sono di Vito Mezzalira, di 66 anni, ex dipendente di Poste italiane, scomparso nel 2019, i resti trovati il mese scorso nel giardino della sua casa a Sdraussina, frazione di Sagrado (Gorizia). La corrispondenza è stata stabilita dalle impronte di denti e mandibola. La sorella: “Ora l’unico pensiero è quello di avere quanto prima un luogo dove piangerlo”.
A cura di Ida Artiaco
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Dopo sei anni arriva la svolta nelle indagini sulla scomparsa di Vito Mezzalira, di 66 anni, ex dipendente di Poste italiane: sono infatti suoi resti rinvenuti, a inizio mese, nel giardino della sua casa a Sdraussina, frazione di Sagrado (Gorizia), dove viveva una volta andato in pensione. È quanto riporta il quotidiano Il Piccolo.

La corrispondenza è stata stabilita dalle impronte di denti e mandibola. Sarà, però, l'autopsia, il cui incarico sarà conferito il 16 dicembre, a ufficializzare l'identità. "Una triste conferma dopo anni di menzogne. Ora siamo sfiniti", ha commentato la sorella di Mezzalira, Domenica, che per prima denunciò la sparizione del 66enne, e che ha aggiunto: "Ci siamo battuti per dargli verità e giustizia. Ora l’unico pensiero è quello di avere quanto prima un luogo dove piangerlo".

Per la scomparsa dell'uomo, che si cercava dall'estate del 2019, sono indagati la ex convivente, Mariuccia Orlando, il fratellastro di lei, Moreno Redivo, e il figlio della donna, Andrea Piscanec, avuto da una precedente relazione, a cui vengono contestati i reati di concorso in omicidio volontario, concorso in sottrazione di cadavere e truffa aggravata e continuata, in questo caso per il presunto ritiro della pensione di Mezzalira anche dopo la sua scomparsa.

Una prima svolta si era già avuta il mese scorso, quando alcune immagini satellitari hanno evidenziato come nella zona di Sagrado, dove l'uomo viveva, in precedenza vi era un pozzo poi coperto da una colata di cemento che non c'era prima della sparizione di Mezzalira, nel 2019. Attraverso l'impiego del georadar e di unità cinofile, è stato possibile individuare il pozzo profondo 4 metri e infine i resti scavando con una pala meccanica.

La procura, ha spiegato ancora Il Piccolo, sul particolare risvolto mantiene il massimo riserbo. In attesa di conferme ufficiali, si procede con l’affidamento ai periti dell’autopsia sui resti ossei. Il prossimo 16 dicembre, alle 14.30, è fissata l’udienza davanti alla Gip Caterina Caputo, per il conferimento dell'incarico ai periti, ossia il medico legale Alessia Viero e all’anatomopatologa Debora Mazzarelli, che indicheranno data e luogo dove effettuare l'esame sui resti ossei.

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