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Covid 19

Studio su Eparina contro il coronavirus in 14 centri italiani, via libera di Aifa

La sperimentazione riguarderà 14 centri italiani per un tortale di trecento pazienti. Lo studio multicentrico, ribattezzato Inhixacovid19, prevede l’impiego del biosimilare di enoxaparina sodica (Inhixa*) in pazienti con quadro clinico moderato o severo. Lo studio sulle eparine serve per valutare gli effetti di dosi medio-alte del farmaco non tanto per prevenire eventi trombo-embolici, ma per curare quelli già in atto.
A cura di Antonio Palma
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L’Aifa ha dato il via libera a uno studio italiano sull’uso dell’eparina a basso peso molecolare contro il Covid-19. La sperimentazione riguarderà 14 centri italiani per un tortale di trecento pazienti. Lo studio multicentrico, ribattezzato Inhixacovid19, prevede l’impiego del biosimilare di enoxaparina sodica (Inhixa*) in pazienti con quadro clinico moderato o severo. Si tratta infatti di un medicinale che interviene non in fase iniziale per evitare l’insorgenza della malattia ma per contenere i sintomi della malattia e in particolare l’iperinfiammazione delle vie polmonari e le sue conseguenze. La sperimentazione ha compito di valutare la sicurezza e l’efficacia delle proprietà anticoagulanti del farmaco che sarà somministrato a diversi dosaggi per capire se è in grado di migliorare il decorso della malattia. Ai 14 centri italiani coinvolti nello studio il farmaco sarà fornito gratuitamente dall’azienda Techdow Pharma, filiale italiana della Shenzen Hepalink Pharmaceutical Group.

Lo studio sulle eparine “serve per valutare gli effetti della somministrazione di dosi medio-alte del farmaco non tanto per prevenire eventi trombo-embolici, ma per curare quelli già in atto e che spesso portano alla morte dei pazienti”. Ha spiegato Filippo Drago, docente di Farmacologia e direttore dell’Unità di Farmacologia clinica al Policlinico di Catania che ha proposto lo studio insieme a Pierluigi Viale, ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Bologna e direttore dell’Unità Operativa Malattie Infettive del Policlinico Sant’Orsola-Malpighi che coordinerà la sperimentazione. Con loro a completare il gruppo di lavoro anche Benilde Cosmi, Maddalena Giannella, Maria Carla Re, Andrea Stella e Li Li.

Secondo il protocollo della sperimentazione, tutti i 300 pazienti ammessi alla sperimentazione riceveranno enoxaparina biosimilare per via sottocutanea (Inhixa*) in mono-somministrazione giornaliera. A un gruppo di 200 pazienti la dose di profilassi sarà pari a 4.000 U.I. pari a 40 mg al giorno, mentre a un altro gruppo di 100 saranno somministrate dosi terapeutiche intermedie di 6.000, 8.000 o 10.000 U.I., in base alla massa corporea.  Come spiega l’Aifa, le eparine a basso peso molecolare può essere usata sia nella fase iniziale della malattia dove dovrà essere utilizzata a dose profilattica allo scopo di prevenire il tromboembolismo venoso, sia  nella fase più avanzata, in pazienti ricoverati per contenere i fenomeni trombotici conseguenza dell’iperinfiammazione, in tale caso dovrà essere utilizzata a dosi terapeutiche.

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