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Strage via D’Amelio, prime tre condanne nel nuovo processo

E’ la prima sentenza dopo l’annullamento del processo compromesso dalle false testimonianze. Ai collaboratori di giustizia Spatuzza e Tranchina 15 e 10 anni di carcere, al falso pentito Candura 12 anni per calunnia.
A cura di Antonio Palma
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Via D'Amelio nuovo processo condanne-fanpage

Arrivano le prime tre condanne nell'ambito del nuovo filone d'inchiesta per la strage di via D'Amelio in cui morirono il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della sua scorta. Il Gup di Caltanissetta, Lirio Conti, col rito abbreviato ha inflitto rispettivamente 15 anni e 10 anni di reclusione ai collaboratori di giustizia Gaspare Spatuzza e Fabio Tranchina, accusati di strage, e 12 anni di reclusione a Salvatore Candura, accusato solo di calunnia aggravata perché avrebbe mentito ai magistrati con dichiarazioni che in precedenti processi hanno portato a condanne di persone estranee all'attentato. E' la prima sentenza dopo la cancellazione del primo processo in cui come è stato accertato pesarono numerosi depistaggi. Il nuovo procedimento giudiziario nasce infatti dalle dichiarazioni di due pentiti che con le loro rivelazioni hanno consentito di riscrivere la storia dell'attentato smascherando il clamoroso depistaggio costato l'ergastolo a persone innocenti.

Pene più severe di quelle chieste dalla Procura – Le pene comminate in due casi sono più pesanti di quelle richieste dalla Procura che aveva chiesto 13 anni per Spatuzza, 10 anni per Tranchina e 10 anni e mezzo per Candura. "Ci possiamo ritenere molto soddisfatti perché il gup ha riconosciuto in pieno la nostra ricostruzione dei fatti e perché la sentenza dimostra che la nostra tesi accusatoria ha retto" ha commentato a caldo il procuratore di Caltanissetta Sergio Lari aggiungendo "questa è la prima sentenza di condanna che otteniamo dei colpevoli della strage di via D'Amelio".

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