Strage di Monreale, il cerchio si stringe: identificati altri quattro sospettati grazie a una foto

Le indagini sulla strage di Monreale del 27 aprile scorso, che ha sconvolto la cittadina alle porte di Palermo, si allargano ogni giorno di più, mentre gli inquirenti cercano di ricostruire nei dettagli la dinamica dell’agguato e la rete di relazioni che ha reso possibile l’azione armata. Secondo quanto ricostruito da Fabio Geraci sul Giornale di Sicilia, sono almeno sette le persone attualmente nel mirino degli investigatori.
Tre di loro – Salvatore Calvaruso, Samuel Acquisto e Mattias Conti – si trovano già in carcere, mentre altri quattro soggetti sono stati identificati grazie a una fotografia comparsa sui social poche ore dopo la sparatoria.
Chi sono i quattro nuovi sospettati
L'immagine in questione, ampiamente diffusa online, ritrae alcuni giovani in sella a scooter poco prima o poco dopo l’agguato. Attraverso un’analisi dettagliata del materiale visivo e delle testimonianze raccolte tra i presenti quella notte, gli investigatori sono riusciti a dare un volto a quattro persone inizialmente non note. All’appello, tuttavia, mancano ancora tre figure chiave: l’autore dello scatto, un uomo con una barba folta e nera e una giovane donna, la cui presenza è stata segnalata con insistenza da più testimoni.
Gli inquirenti stanno cercando di capire se queste ultime due figure abbiano effettivamente preso parte all’azione, oppure se la loro apparizione sia frutto di una percezione alterata dal caos della sparatoria.
Le indagini sulla strage di Monreale
Quello che sembra ormai certo è che i cinque scooter partiti dallo Zen – il quartiere palermitano da cui provenivano i presunti aggressori – non siano arrivati a Monreale per caso. Alcuni dei loro occupanti, secondo diverse testimonianze, frequentavano abitualmente la piazza della cittadina. Addirittura, uno di loro sarebbe stato riconosciuto da Salvo Turdo, una delle tre vittime, come il presunto autore del furto di uno scooter: elemento che potrebbe aver rappresentato la miccia che ha scatenato il violento regolamento di conti.
L’agguato è stato feroce: una ventina di colpi sparati in rapida successione, tre giovani colpiti. Una spedizione punitiva o un’escalation improvvisa, su cui ancora si indaga. Quel che emerge, però, è che il commando non ha agito da solo: almeno due persone avrebbero fornito supporto logistico dopo la strage, aiutando i responsabili a fuggire, a disfarsi delle armi e a cancellare eventuali tracce compromettenti. Alcuni degli indagati si sarebbero resi irreperibili subito dopo i fatti, altri avrebbero continuato a muoversi con apparente disinvoltura, cercando di non destare sospetti. I telefoni cellulari utilizzati dai coinvolti risultano spariti, così come le armi utilizzate.
Tre giovani arrestati per la sparatoria
Nel frattempo, proseguono senza sosta gli interrogatori. Mattias Conti, assistito dall’avvocato Francesco Oddo, ha scelto la via del silenzio, limitandosi a rilasciare dichiarazioni spontanee nelle quali ha espresso dispiacere per l’accaduto, auspicando che "le indagini facciano piena luce".
Salvatore Calvaruso, il primo ad essere arrestato, ha invece ammesso di aver aperto il fuoco, sostenendo però di averlo fatto per difendersi dopo essere stato aggredito.
Samuel Acquisto, da parte sua, ha cercato di minimizzare il proprio coinvolgimento, dichiarando ai magistrati di essersi limitato a guidare uno scooter e di non aver avuto conoscenza né dei piani del commando né dell’identità di chi gli avrebbe fornito il mezzo.
Resta ancora da chiarire l’identità dell’uomo con la barba e della ragazza. Le verifiche proseguono, così come la raccolta di testimonianze, video e riscontri oggettivi. Il cerchio si stringe, ma la rete di complicità e silenzi rende ancora complessa la piena ricostruzione di quanto avvenuto quella notte. Una notte che ha cambiato per sempre Monreale.