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Strage di migranti a Cutro, oggi sarà consegnato all’Italia il quinto presunto scafista

Sarà consegnato oggi all’Italia il quinto presunto scafista del barcone naufragato al largo di Cutro, in Calabria, lo scorso 26 febbraio, provocando la morte di 94 persone: è un cittadino turco arrestato in Austria.
A cura di Ida Artiaco
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Sarà consegnato oggi, venerdì 28 aprile, all'Italia il quinto presunto scafista del barcone naufragato al largo di Cutro, in provincia di Crotone, lo scorso 26 febbraio, provocando la morte di 94 persone, tra cui decine di minorenni.

Si tratta di un cittadino turco di 27 anni, identificato nei giorni successivi alla tragedia grazie alle immediate attività d'indagine condotte dalla squadra mobile di Crotone e dalla sezione operativa navale della Guardia di finanza di Crotone.

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Il giovane era stato arrestato il 7 marzo nei pressi di Graz, in Austria, grazie alla collaborazione con l'unità F.A.S.T. (Fugitive Active Search team) del Servizio per la cooperazione internazionale di polizia della Direzione centrale della polizia criminale che hanno dato esecuzione al mandato di arresto europeo emesso dai magistrati di Crotone.

Lo scafista verrà così consegnato dalle autorità austriache a quelle italiane presso il posto di frontiera di Arnoldstein/Thorl Maglern/Tarvisio. E poi sarà scortato dalla polizia penitenziaria sino al carcere di Udine da dove verrà poi trasferito a Crotone e resterà a disposizione dell'autorità giudiziaria calabrese.

Era lo scorso 26 febbraio quando si è verificato il naufragio del barcone, partito dalla Turchia, al largo delle coste calabresi. Quasi un centinaio le vittime, con le operazioni di soccorso che sono continuate per mesi: l'ultimo cadavere è stato recuperato a metà aprile. Dopo la strage, sono stati fermati 4 scafisti, identificati soprattutto grazie alle testimonianze dei sopravvissuti.

"Arrivati vicino alla costa, gli scafisti, visto che le condizioni del mare erano peggiorate, hanno iniziato a fare salire sulla plancia i migranti per prepararli allo sbarco e hanno puntato verso la spiaggia. Poi hanno visto delle luci a riva e pensando fosse la polizia hanno fatto una manovra repentina. Le onde alte però hanno fatto inclinare la barca che è andata a sbattere sulla secca", è il racconto, tra gli altri, fatto al gip del tribunale dei minorenni di Catanzaro di uno dei superstiti al naufragio, deponendo nell'incidente probatorio nell'inchiesta su uno dei presunti scafisti, un ragazzo di soli 17 anni.

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