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Sovraffollamento carceri, la corte UE respinge 3.564 ricorsi dei detenuti

La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha stabilito che i metodi risarcitori introdotti in Italia sono validi, quindi i detenuti potranno chiedere giustizia rivolgendosi ai tribunali nazionali.
A cura di Davide Falcioni
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Sono stati tutti respinti dalla Corte Europea dei diritti umani i 3.564 ricorsi ricevuti dai detenuti italiani contro il dramma del sovraffollamento nelle carceri del nostro paese. Per i giudici europei, infatti, i rimedi risarcitori introdotti in Italia sono validi quindi i ricorrenti possono chiedere giustizia rivolgendosi ai tribunali nazionali. In realtà una prima tranche di ricorsi era già stata respinta tra il 16 e il 23 ottobre: per Strasburgo, infatti, i rimedi risarcitori del nostro ordinamento giuridico sono tutti validi. Per la precisione si tratta di quelli introdotti con le leggi 146 del 2013 e 92 del 2014, dopo che la stessa Corte aveva condannato l'Italia con la sentenza Torreggiani per aver sottoposto a trattamento degradante sette detenuti avendoli tenuti in celle dove disponevano di tre metri quadrati a testa.

Nel caso della sentenza Torreggiani i giudici avevano dato un anno di tempo a governo e parlamento per assicurare ai detenuti la possibilità di ottenere un risarcimento. Il governo italiano ha dimostrato che le misure introdotte sono adeguate, quindi tutti i ricorsi giunti in sede europea possono ora essere presi in carico dai tribunali italiani. la decisione della Corte Europea dei diritti umani è stata commentata con favore da Andrea Orlando, il ministro della giustizia che si trova in questi giorni a Washington per un summit coi colleghi di Unione Europea e Stati Uniti: "La decisione della Corte di respingere tutti i ricorsi ricevuti negli ultimi anni dai detenuti italiani sancisce definitivamente la serietà e la correttezza messe in campo dal governo nell'affrontare la drammatica emergenza del sovraffollamento carcerario. Ma nessuno pensi che ora l'azione riformista del nostro sistema penitenziario sia terminata. C'è ancora moltissimo da fare".

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