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Sottovaluta i controlli, tumore dal rene penetra fino al cuore: Anna operata a cuore fermo

La storia di Anna, ex insegnante foggiana in pensione, operata a Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo. “Mi ritengo fortunata, non trascurate i segnali del corpo”.
A cura di Antonio Palma
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“Cosa ho imparato da questa esperienza? Che non bisogna trascurarsi, e che non bisogna trascurare i segnali che ci arrivano dal nostro corpo”, così la 79enne Anna, ex insegnate in pensione ha raccontato la sua delicata vicenda che, dalla scoperta di un tumore, l’ha portata a una operazione a cuore fermo per rimuovere l’enorme massa tumorale che si era infiltrata dal rene fino al Cuore.

La delicatissima operazione nell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, l’Opera di San Pio da Pietrelcina, a cui la donna si è rivolta dopo aver accusato pesanti sintomi. Proprio la sottovalutazione dei sintomi in un primo momento e l’aver trascurato i controlli periodici ha portato la donna a una situazione limite e molto rischiosa. Un approccio multidisciplinare e l’intervento di uno staff composto da diversi  chirurghi delle Unità di Urologia, Cardiochirurgia, Chirurgia Addominale e Chirurgia Vascolare, ha permesso però alla donna di poter tornare a casa e ad una vita normale anche se con un rene in meno.

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I primi sintomi accusati dalla donna, l’estate scorsa, sono stati una pressione un po’ ballerina e soprattutto l’affanno. “Ho commesso un piccolo errore trascurando per più di due anni i controlli periodici ai quali mi sottoponevo, dopo aver già rimosso un tumore 22 anni fa” ha ammesso Anna che nell’estate scorsa ha avuto la brutta notizia della presenza di un embolo di dimensioni importanti nel cuore. “Da lì è partito il tutto, ed oggi mi trovo qui a raccontare la mia storia. E mi ritengo fortunata” ha spiegato la 79enne.

“No, non ho avuto paura, in queste circostanze devi affidarti e collaborare. Mi hanno informata ed hanno condiviso con me le difficoltà dell’intervento. Erano preoccupati, io l’ho intuito, altrimenti non mi avrebbero operata in 5. Ma erano fiduciosi, e il loro ottimismo mi ha rassicurato. Mi sto riprendendo piano piano, c’è voluto un po’ di tempo ma devo dire che sto proprio bene, anche se ho un rene in meno. Il peggio è alle spalle. Ringrazio davvero tutti” ha aggiunto l’ex insegnante, residente a San Severo, a sei mesi dall’intervento.

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L’intervento infatti è stato eseguito a settembre nella sala operatoria ibrida dell’Ospedale di San Giovanni Rotondo da uno staff composto da 5 chirurghi che si sono avvicendati nelle varie fasi. L’operazione ha rimosso un carcinoma renale che si era infiltrato fino al cuore attraverso la vena cava inferiore. I chirurghi, dopo aver preparato il campo addominale, isolato i vasi renali e il tumore al rene, a cuore fermo, sono riusciti ad aprire l’atrio destro per asportare completamente e contemporaneamente la massa tumorale dalle cavità cardiache e dalla vena cava inferiore. Contestualmente è stato asportato totalmente anche il rene interessato dalla neoplasia che si era infiltrata, sotto forma di una colonna solida, fino alla cavità destra del cuore attraverso la vena cava inferiore.

“Abbiamo visitato la donna, effettuato tutti gli accertamenti necessari e abbiamo deciso di accettare fiduciosi un caso che in molti avrebbero rifiutato” ha spiegato Antonio Cisternino, direttore dell’Unità di Urologia dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, aggiungendo: “Interventi di questo tipo si possono realizzare solo in centri ad alta specializzazione dotati di tecnologia avanzata e di chirurghi con una lunga esperienza di sala operatoria, abituati ad un approccio multidisciplinare e che si fidino l’uno dell’altro, in grado di prevedere rischi e possibilità di ogni singola mossa”.

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