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Sorelline uccise a Verona, la perizia psichiatrica sulla madre e il giallo sulla capacità genitoriale

Sono tanti i punti di domanda che ruotano intorno all’omicidio delle due sorelline di 11 e 3 anni uccise dalla mamma, la 33enne di origini cingalesi Sachithra Fernando Mahawaduge, ospite della casa famiglia comune di Verona. La donna è emerso che era affidata ai servizi sociali dal 2019: una perizia psichiatrica aveva stabilito che non era pericolosa ma la relazione sulla capacità genitoriale non è mai emersa. Intanto il padre accusa la burocrazia tra servizi social e Usl.
A cura di Chiara Ammendola
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Sono tanti i quesiti senza risposta che ruotano intorno all'omicidio delle due bambine uccise lunedì dalla madre in una casa accoglienza di Verona. Il cadavere della donna è stato ritrovato mercoledì pomeriggio nel fiume Adige, secondo gli inquirenti si è tolta la vita gettandosi nel corso d'acqua dopo aver ucciso le due figlie. Il papà di Sabadi e Sandani, che avevano solo 11 e 3 anni, ha detto che la donna soffriva di problemi mentali ma sembra che nei due anni trascorsi tra strutture d'assistenza e assistenti sociali Sachithra Fernando Mahawaduge, 33 anni, di origini cingalesi, non abbia mai mostrato alcun segno di instabilità.

Secondo quanto riportato da Corsera infatti quando, nel giugno del 2019, Sachithra decide di lasciare il marito, si rivolge ai servizi sociali che avviano l'iter che la porterà in una prima struttura dove resta un anno e mezzo e poi una seconda, "Il porto delle mamme" appartenente al circuito del comune di Verona "Mamma Bambino", dove si è verificata la tragedia. Il 2 ottobre 2020 il tribunale per i minorenni chiede ai servizi sociali una perizia psichiatrica per la donna (compito che spetta al Dipartimento di salute mentale dell’Usl), un pronunciamento circa la capacità genitoriale (e qui la competenza è del consultorio familiare, sempre dell’Usl), e la ripresa degli incontri tra il padre e le figlie. Ruwan Kiriwallage infatti vede le due figlie molto raramente. La perizia viene effettuata dopo un mese, è il novembre 2020 quando i medici giungono alla conclusione che "non sono emersi rilievi psicopatologici che portino alla diagnosi di una acuzie psichiatrica in atto o che motivino prescrizione a livello farmacologico".

Sachithra per gli specialisti non è pericolosa ma intanto i suoi atteggiamenti indicano una insofferenza sempre maggiore e diversi scontri anche con gli operatori della casa d'accoglienza dove vive. Il padre continua a non vedere le figlie perché lei non vuole ma in questo senso sono stati gli stessi operatori a provare a convincere la donna a lasciare una porta aperta all'uomo per il bene delle bambine visto che nei suoi confronti non erano emersi comportanti nocivi per le piccole. Per quanto riguarda invece la capacità genitoriale, fondamentale perché avrebbe potuto comportare l’allontanamento delle minori come spiega Corse, non c’è traccia. Non è chiaro dunque se sia stata stilata la relazione o meno.  Gli incontri tra padre e figlie. Intanto l'assessore ai Servizi sociali, Daniela Maellare, ha spiegato che "niente lasciava presagire quello che è successo. Anche la perizia psichiatrica sulla donna, che abbiamo chiesto all’Usl, ha dato esito positivo senza nessun rilievo. Le nostre operatrici seguivano costantemente la loro vita quotidiana e le ultime relazioni scolastiche dipingevano le due bambine inserite e con progressi educativi".

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