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Sorelle trovate morte in casa dopo mesi a Recanati, oggi l’autopsia: “Per una vita, quasi sconosciute”

Nella giornata di oggi sarà conferito l’incarico al medico legale per lo svolgimento dell’autopsia (che si terrà già nel pomeriggio) sui corpi delle due sorelle trovate morte dopo mesi a Recanati. Le due, spiegano alcuni vicini di casa, non avevano mai voluto avere contatti con nessuno.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Sarà conferito in mattinata al dottor Antonio Tombolini l'incarico di svolgere l'autopsia sui corpi delle sorelle Luisa Berenice e Piermaria Luigia Stortini, di 69 e 71 anni, trovate morte nella loro abitazione di Recanati, in pieno corso Persiani. La cittadina è ancora scossa per quanto accaduto e il giorno dopo la scoperta, è difficile capire come sia stato possibile non trovare il corpo delle due anziane per mesi.

Secondo i vicini di casa, le due non volevano avere rapporti con nessuno, dai parenti al vicinato o alle istituzioni. Gli infissi delle finestre della loro casa erano sempre chiusi ed era raro incontrarle in strada. Eppure, a Recanati a fine 2022 vi erano 20.771 residenti e di questi ben 5.298 erano ultrasessantacinquenni, di cui 1.856 hanno più di 80 anni. Il dato, indica che sono moltissimi i pensionati in città e la morte delle due sorelle, dimenticate da tutti, appare ancora più sconvolgente e grave. Dopo il ritrovamento del corpo, il dito è stato subito puntato contro i servizi sociali, che in questo caso non avrebbero funzionato come previsto.

Le due sorelle avevano sempre vissuto insieme, facendosi compagnia l'un l'altra. Luigia era brava con le lettere e scriveva temi bellissimi. Luisa, invece, era una donna molto più pratica. Le informazioni su di loro sono pochissime: secondo i vicini di casa, le due erano nipoti di Luigi Federici, che è stato prima sindaco e poi podestà della città di Recanati durante il ventennio fascista.

Perfino il medico curante delle due anziane ha confessato di non averle mai incontrate. "Neppure sapevo che fossero mie pazienti – ha confessato il dottore al Resto del Carlino -. L'ho saputo un paio di settimane fa, quando mi hanno contattato i vigili urbani. Ho provato a contattare le due sorelle, sono andato a bussare alla loro porta, ma nessuno mi ha risposto e ho pensato che non gradissero alcun contatto. Mi avevano scelto come medico da poco tempo, ma io purtroppo non le ho mai viste".

Neppure il parroco, Don Pietro Spernanzoni, aveva contatti con loro: le conosceva di vista, ma nulla di più. "Non frequentavano la Chiesa, forse in passato qualche volta erano entrate a San Domenico, ma parlo di dieci anni fa".

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