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Solo 4800 euro dallo Stato italiano a vittima di stupro, interviene la Corte di Giustizia

Quattordici anni dentro e fuori le aule di tribunale per cercare giustizia e scacciare per quanto possibile l’incubo di quella notte che le ha stravolto la vita. 4.800 euro di risarcimento, considerati “irrisori” anche dalla Cassazione che ha chiesto l’intervento dell’organo giudiziario europeo. La sentenza definitiva arriverà il 2 marzo.
A cura di Biagio Chiariello
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La Corte di Giustizia europea il prossimo 2 marzo discuterà la ‘causa pilota' intentata contro la Presidenza del Consiglio dei Ministri da una donna vittima, nel 2005, di sequestro di persona e violenza sessuale:  per quello che ha subito si è vista offrire un risarcimento da parte dello Stato di 4800 euro, nonostante in primo grado le fosse stata assegnata dai giudici del tribunale penale una provvisionale di 100 mila euro ridotta a 50 mila in appello.

Il caso

La tesi della vittima (torinese di origini romene) è che in forza della direttiva europea del 2004 che obbliga gli Stati membri a creare "un sistema di indennizzo delle vittime di reati intenzionali violenti commessi nei rispettivi territori, che garantisca un risarcimento equo ed adeguato delle vittime", lo Stato, dal primo luglio 2005, avrebbe dovuto garantirle un indennizzo equo e adeguato essendo i violentatori rimasti sconosciuti. Di fatto, il Tribunale di Torino (con una sentenza del 2010) aveva riconosciuto l'inadempimento della Presidenza del Consiglio per la mancata attuazione di quella direttiva. Così anche la Corte d'Appello di Torino (sentenza del 2012), confermando la pronuncia del Tribunale e condannando la Presidenza: "è certo che l'Italia non ha stabilito un sistema di indennizzo per le vittime di violenza sessuale e pertanto è inadempiente".

La violenza sessuale subita dalla ragazza a Torino

La vittima fu sequestrata appena maggiorenne in un casolare alle porte di Torino e violentata fino al mattino da due sconosciuti che poi l'hanno abbandonata per strada. Dopo anni e anni fuori e dentro i tribunali, quell’offerta di 4800 euro per ripagare una vita distrutta ha avuto come il sapore dell'insulto. Condannati in contumacia a 10 anni di carcere, i due violentatori non hanno mai risarcito la ragazza, che ha quindi deciso di portare in tribunale lo Stato.

4.800 euro di risarcimento a vittima di stupro

Quest’ultimo è intervenuto a più riprese con interventi normativi nel 2016, 2017 e 2018, prevedendo, tuttavia, indennizzi sicuramente inadeguati. Per il reato di violenza sessuale l'"importo fisso" di Euro 4.800; per quello di omicidio l'"importo fisso" (da dividersi fra tutti i famigliari legittimati attivi) di Euro 7.200, incrementato a Euro 8.200 nel caso di omicidio commesso dal coniuge o da persona legata, nel passato o al momento del fatto, da relazione affettiva alla persona offesa. Per le lesioni personali soltanto un indennizzo a titolo di rifusione delle spese mediche ed assistenziali "fino a un massimo di euro 3.000".

Il parere della Cassazione: "Indennizzo irrisorio"

La Cassazione (ordinanza 31 gennaio 2019) ha stabilito decidere se gli indennizzi previsti dal legislatore italiano siano conformi al principio di indennizzo equo ed adeguato di cui alla direttiva del 2004 spetta alla Corte di Giustizia. Sul punto i giudici della Suprema Corte hanno comunque fatto intuire che non lo siano affatto, affermando che questi indennizzi si collocano nell'"area dell'irrisorio" e l'importo di euro 4.800 per le vittime di violenze sessuale è una somma "palesemente non equa".

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