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Sistema vendita ingannevole: all’Antitrust 3 milioni di multa a myWorld e Lyconet per il cashback

L’Antitrust ha emesso una sanzione di 3 milioni di euro a myWorld Italia e Lyconet Italia. Stando a quanto accertato dal garante il sistema di vendita delle due società del sistema cashback, “è promosso in modo ingannevole e poco trasparente e presenta elementi costitutivi delle vendite a carattere piramidale”.
A cura di Davide Falcioni
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L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha emesso una sanzione complessiva di 3 milioni di euro a myWorld Italia e Lyconet Italia. Stando a quanto accertato dall'Antitrust, si legge in una nota, il sistema di vendita delle due società del sistema cashback, "è promosso in modo ingannevole e poco trasparente e presenta elementi costitutivi delle vendite a carattere piramidale", violando di conseguenza gli
articoli 20, 21, 22 e parte dell’articolo 23 del Codice del Consumo.

L’istruttoria svolta dall’Antitrust ha permesso di accertare che la tipologia promozionale adottata dalle due società risulta solo formalmente rivolta alla diffusione di un servizio di cashback (che consente la restituzione di una percentuale del denaro speso presso gli esercenti convenzionati). In realtà invece esso è orientato a reclutare un numero sempre maggiore di incaricati ai quali viene prospettato un importante ritorno economico grazie ai diversi percorsi di carriera che richiedono il versamento di importi anche significativi per acquistare
specifici prodotti e servizi del Lyconet Program, con la funzione principale di generare Shopping Points, necessari per raggiungere e mantenere i livelli previsti nel piano di compensazione.

Cosa sono le vendite piramidali e perché sono illegali

I sistemi di vendita piramidali sono vietati in Italia dalla legge n. 173 del 2005, norma che vieta le operazioni, le strutture e le organizzazioni di vendita finalizzate al reclutamento di persone a cui si vende una posizione all’interno della struttura stessa con la prospettiva di guadagni futuri e ipotetici e con l’incarico di reclutare altre persone. Gli organizzatori di tali rischiano l’arresto da sei mesi a un anno o un’ammenda da 100mila a 600mila euro. Nel 2012 la sentenza n. 37049 della Corte di Cassazione ha allargato l’attuazione della legge anche a questo tipo di pratiche effettuate su Internet.

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