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Sicurezza delle protesi al seno, chirurgo consiglia: “Fossi una donna rimanderei l’intervento”

Roberto Pedrale, chirurgo plastico all’ospedale dermatologico San Lazzaro di Torino, dichiara: “”A una donna giovane che in questo periodo venisse da me chiedendomi una mastoplastica additiva perché ha un seno piccolo consiglierei di rimandare in attesa che gli studi in corso ci dicano qualcosa di più. Direi che forse è meglio andare in palestra e migliorarsi con l’attività fisica”.
A cura di Davide Falcioni
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Silicone cancerogeno

Una protesi al seno? Meglio rimandare l'intervento a quando ci saranno maggiori garanzie per la salute delle pazienti. E' il parere di Roberto Pedrale, chirurgo plastico all'ospedale dermatologico San Lazzaro, che in un'intervista rilasciata a Repubblica dichiara: "A una donna giovane che in questo periodo venisse da me chiedendomi una mastoplastica additiva perché ha un seno piccolo consiglierei di rimandare in attesa che gli studi in corso ci dicano qualcosa di più. Direi che forse è meglio andare in palestra e migliorarsi con l'attività fisica".

La considerazione del medico deriva dalla vicenda di una donna che nel 2007, a 40 anni, decise di impiantarsi una protesi al seno sottoponendosi a un intervento in una clinica privata torinese. Le protesi erano testurizzate dell'azienda americana Allergan, che tuttavia a novembre del 2019 ha annunciato il ritiro del modello dal mercato. Due anni fa la dona mentre faceva la doccia sentì delle "palline" nel cavo ascellare. " La risonanza magnetica ha permesso una diagnosi chiara – dice il dottore – la protesi destra era rotta e grumi di silicone erano entrati nei linfonodi. Quella sinistra, come si legge nel referto contenevano ‘un minimo versamento sieroso senza segni sospetti per rottura'".

La donna ha sostituito la protesi mentre le tracce di silicone non sono state rimosse e, almeno per il momento, non hanno avuto conseguenze sulla sua salute. Confrontandosi, la paziente ha scoperto che anche altre avrebbero avuto lo stesso suo problema: "E' un argomento di cui si parla poco, soprattutto perché esiste spesso una forma di stigma, commenti e giudizi che suonano negativi: ‘Ti sei voluta rifare il seno? Era proprio necessario?'. So che altre Regioni, la Liguria ad esempio, hanno scelto di chiamare le donne che si sono sono sottoposte all'intervento. Non per creare allarmismo ma per saperne di più".

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