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Sgomberato il castello di Miasino, dove la famiglia del boss organizzava eventi

Il castello in provincia di Novara era del boss Pasquale Galasso, poi nel 2009 era stato confiscato ma la famiglia Galasso lo utilizzava ancora come location per matrimoni e ricevimenti di lusso.
A cura di Susanna Picone
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La mattina del 17 febbraio scorso i carabinieri sono entrati nel castello di Miasino, in provincia di Novara, e finalmente dopo anni hanno preso possesso una volta per tutte dell’edificio. Si tratta di un immobile che era stato confiscato già nel 2009 al boss Pasquale Galasso ma che di fatto veniva utilizzato ancora dai familiari del camorrista per organizzare ricevimenti e feste di matrimonio. Fino a qualche giorno fa, infatti, il castello era rimasto nella disponibilità della famiglia del boss attraverso una serie di società. E finalmente, dopo cinque anni e una lunga battaglia legale, lo Stato è riuscito a espugnare quel maniero ottocentesco che si affaccia sul lago d’Orta. Lo sgombero è stato effettuato in seguito all’ordinanza del direttore dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, prefetto Umberto Postiglione. La famiglia Galasso era entrata in possesso del castello di Miasino negli anni ’90, poi l’immobile era stato confiscato nel 2009 ma il boss e i suoi familiari avevano subito presentato opposizione al provvedimento della prefettura di Novara che ne dichiarava l’alienazione.

La battaglia legale è passata attraverso Tar, Consiglio di Stato, Cassazione e nel frattempo i parenti del boss hanno continuato a sfruttare l’edificio per organizzare matrimonio e ricevimenti di lusso. Hanno commentato l’operazione dei carabinieri il consigliere regionale del Piemonte e il deputato Pd Domenico Rossi e Davide Mattiello: “Lo sgombero sana una situazione insostenibile. Ora il nostro impegno deve continuare a livello regionale, dove il Consiglio regionale ha da poco approvato all'unanimità una mozione che impegna la giunta ad attivarsi a promuovere un progetto adeguato di riutilizzo sociale del bene. E a livello nazionale, dove entra nel vivo il percorso di riforma delle misure di prevenzione patrimoniale e quindi dell'Agenzia”.

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